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Angelo del Dolore Foto di Martina |
In Giro con Marty
Per chi ama viaggiare 365 giorni l'anno
IL CIMITERO ACATTOLICO DI ROMA, CURIOSITÀ ROMANE
MONTEMERANO, UNO DEI “BORGHI PIÙ BELLI D’ITALIA”
A soli 6 km da Saturnia, rinomato centro termale della Maremma Toscana, si trova Montemerano, uno dei “Borghi più Belli d’Italia”.
Nel mio weekend di relax a
Saturnia (qui trovi tutte le info), non poteva mancare una visita in questo
angolo di Medioevo quasi sconosciuto ai più.
Sei pronto a scoprirlo con
me?
Il pittoresco paesino è
disposto su un poggio puntellato da ulivi, in un’incredibile scenografia
naturale.
#UNPÓDISTORIA
La vicinanza con Saturnia ha
fatto pensare a stretti e antichi contatti con questa cittadina.
Montemerano era protetto da ben tre cinte murarie, realizzate in tempi diversi, che si sviluppavano intorno al Castello, di epoca altomedievale. Seguendo il corso che attraversa il borgo, si procede tra case dalle facciate severe, perdendosi tra vicoli e piazzette risalenti al XIII secolo.
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Una delle piazzette di Montemerano foto di Martina |
Piazza del Campanile era la piazza principale, dove avevano luogo le più importanti feste, religiose e civili. Svetta un’imponente torre che, in origine, doveva essere una delle varie torri di guardia del castello. Divenne, poi, torre campanaria della Chiesa di San Lorenzo, trasformata nel Settecento in edificio privato.
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La Chiesa di San Giorgio foto di Martina |
Perla del borgo è la Chiesa di San Giorgio, in stile romanico-gotico, risalente alla fine del Trecento. Conserva al suo interno molte e pregevoli opere d’arte rinascimentali della scuola senese, tra cui un ciclo di affreschi del XV secolo con la storia della vittoria di San Giorgio sul drago e quella del martirio di Sant’Orsola per volere di Attila.
Accanto all’altare è la
curiosa Madonna “della Gattaiola”, un dipinto su tavola del cosiddetto “Maestro
di Montemerano”.
Noti qualcosa in
particolare? In basso, sulla destra, c’è un evidente foro circolare che, per
tradizione, si ricollega alla singolare esigenza di un parroco. Egli usò la
tavola come porta di un magazzino e praticò il foro in maniera tale che il suo
gatto potesse entrare nel magazzino per combattere i topi!
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La "Madonna della Gattaiola" foto di Martina |
Dal transetto, si accede all’Oratorio del Buon Consiglio, un’apoteosi del rococò, mentre dall’esterno si raggiunge l’ottocentesca Cappella dell’Immacolata.
Che altro dirti?
Perditi tra i vicoli di
Montemerano in cerca di angoli suggestivi, balconi fioriti e terrazze dagli
splendidi affacci.
Per continuare il tuo giro
in Maremma, qui ti racconto il borgo di Pitigliano, la
“città del tufo”.
FERRARA, CITTÀ DEL RINASCIMENTO
Altra tappa imprescindibile di un tour alla scoperta dei tesori Unesco dell’Emilia Romagna è Ferrara.
Ferrara si trova nel cuore
della Pianura Padana, a circa 40 minuti di treno da Bologna (biglietto 4.75€);
è la città perfetta per una gita, visto il suo raccolto centro storico chiuso
al traffico e iscritto nella lista Patrimonio dell’Umanità.
L’imponente Castello Estense
è il suo fulcro; da qui si diparte il groviglio di vie e case del quartiere
medievale che lasciano, mano a mano, spazio ad ampie strade con palazzi dalle
importanti facciate, frutto del riassetto urbanistico voluto dagli Este.
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Il Castello Estense foto di Martina |
#UNPÓDISTORIA
La nobile famiglia degli Este nel Rinascimento fece fiorire Ferrara, rendendola un importante polo culturale e artistico.
La costruzione del castello
iniziò nel 1385, divenendo centro della vivace vita di corte alla metà del
Cinquecento; dalla fine del XVI secolo alla metà dell’Ottocento fu la residenza
del legato pontificio. Circondato da un suggestivo fossato pieno d’acqua, oggi
si possono visitare il bel cortile quattrocentesco, le sale riccamente
decorate, la Loggia degli Aranci e le prigioni.
Non perderti il panorama dalla Torre dei Leoni!
Sempre alla famiglia Este
sono legati altri due celebri palazzi cittadini, Palazzo dei Diamanti e Palazzo
Schifanoia.
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Palazzo dei Diamanti foto di Martina |
La facciata del Palazzo dei Diamanti è una delle più celebri d’Italia: 8500 blocchi di marmo bianco a forma di punte di diamante creano un effetto ipnotico! Il progetto iniziò nel 1493 ad opera dell’architetto di corte Biagio Rossetti. Nel palazzo è ospitata la Pinacoteca Nazionale con le opere più rappresentative della scuola ferrarese, nata grazie al mecenatismo rinascimentale degli Este.
TIP: il cuore
dell’”addizione erculea”, la straordinaria opera urbanistica realizzata a
partire dal 1492 dall’architetto Biagio Rossetti per volere di Ercole d’Este,
fu Corso Ercole d’Este. Completamente pedonalizzato, mantiene intatta la sua
struttura con palazzi dalle belle facciate, portoni e finestre decorate.
Palazzo Schifanoia fu voluto
da Alberto V d’Este come luogo d’ozio e divertimento dove poter “schivar la
noia”, espressione da cui deriva il suo nome. Fu Borso d’Este, divenuto Duca di
Ferrara, a regalare al palazzo il magnifico Salone dei Mesi, il più grande
ciclo rinascimentale di affreschi pagani in cui viene celebrato il suo buon
governo attraverso la mitologia e l’astrologia. Il salone è lungo 24 metri,
largo 11 e alto 7,5 e per affrescarlo vennero chiamati i principali esponenti
dell’Officina Ferrarese, tra i quali Francesco del Cossa ed Ercole dè Roberti.
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Loggia dei Merciai foto di Martina |
Veniamo a quello che è il crocevia della moderna vita ferrarese, piazza delle Erbe. Su di essa si affacciano importanti monumenti cittadini: il Duomo di San Giorgio, il Palazzo della Ragione, la Loggia dei Merciai, dove avevano le loro botteghe i mercanti di stoffe e lana, il campanile incompiuto attribuito a Leon Battista Alberti.
San Giorgio è il patrono di
Ferrara e al di sopra del portale principale della Cattedrale è rappresentato
nell’atto di uccidere il drago. Venne consacrata nel 1135 ed è caratterizzata
da un’armoniosa combinazione di stili. La facciata, ad esempio, è romanica
sotto e gotica sopra, mentre l’interno è barocco!
Alle sue spalle si apre il
vecchio ghetto ebraico. Grazie alla protezione della famiglia estense, a
Ferrara si sviluppò una forte comunità ebraica, a partire dal XIII secolo.
Lungo via Mazzini si trovano ancora gli ingressi a sue antiche sinagoghe, ma è
perdendosi per il groviglio di questi vicoli che si possono incontrare graziosi
edifici.
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Farina del mio sacco foto di Martina |
TIP: lo scrittore Giorgio Bassani con il suo romanzo Il giardino dei Finzi Contini ha reso immortale la città e la borghesia ferrarese ebraica degli anni Quaranta.
Se ti è venuta fame, proprio
in questo quartiere trovi Farina del mio sacco, un piccolo locale ideale per
uno spuntino veloce, gustoso e con prodotti del territorio, dove puoi mangiare
piadine di tutti i tipi o, addirittura, comporre la tua!
Non puoi lasciare Ferrara
senza aver passeggiato per via delle Volte, una delle arterie medievali
cittadine meglio conservate. Fino all’inondazione del Po del 1552, questa
strada, grazie ai passaggi coperti a cavalcavia, era il collegamento tra i
depositi delle merci del vicino porto fluviale e le abitazioni dei
commercianti: 2 km che trasudano storia!
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Via delle Volte foto di Martina |
Qui trovi gli articoli su Parma e Bologna per organizzare al meglio il tuo tour!
Gribouillage / Scarabocchio. Da Leonardo da Vinci a Cy Twombly
Gli scarabocchi sono un’opera d’arte
La mostra “Gribouillage / Scarabocchio”, nella splendida cornice di Villa Medici a Roma, è la prima tappa di un particolare percorso espositivo, curato da Francesca Alberti e Diane Bodrat, che si snoda tra le molteplici sfaccettature dello scarabocchiare in ambito artistico, affrontando uno degli aspetti più sconosciuti e meno controllati della pratica del disegno. La seconda tappa si terrà ai Beaux-Arts di Parigi dal 19 ottobre 2022 al 15 gennaio 2023.
Gribouillage a Villa Medici
foto di Martina
Camminando nelle sale
espositive, siamo portati a riconsiderare gli scarabocchi: da disegni non
riusciti o eseguiti in modo maldestro, a segni grafici che hanno uno specifico
potere poetico ed estetico. Non obbediscono ad una logica, ma prendono vita
sulla carta assecondando una sorta di “flusso di coscienza”. Sono dei veri e
propri rebus che mettono in luce la psiche dell’artista, evocando le sue
emozioni, le sue paure e i suoi tic. Siamo di fronte all’atto creativo al suo
stato primordiale, embrionale, non ancora incanalato nelle regole del
linguaggio visivo. Leonardo, ad esempio, ha disseminato i suoi manoscritti di
piccole annotazioni che avevano l’intento di imprimere sul foglio fugaci
intuizioni.
Pablo Picasso "Studio di 20 profili classici e caricaturali e 6 occhi"
foto di Martina
Quello che si dipana davanti
agli occhi del visitatore è un archivio molto originale di pratiche di disegno:
dai segni nascosti sotto gli affreschi staccati o sul retro delle tavole
dipinte, ai graffiti murali caratterizzati da ripensamenti e cancellature.
Ponendo l’accento sul Rinascimento, in questo periodo i grandi maestri, per
liberarsi dai vincoli del disegno “accademico”, hanno prodotto forme grafiche
libere ed istintive che evocano i disegni rudimentali dei bambini.
Gli artisti del XX secolo
hanno ripensato, poi, lo scarabocchio come disciplina autonoma: basti guardare
i dipinti consapevolmente infantili di Twombly e Basquiat.
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Asger Jorn, "L'avant garde se rend pas" foto di Martina |
L’esposizione romana presenta circa 150 opere ed è articolata in sei sezioni tematiche dove opere rinascimentali sono associate ad opere contemporanee. In questo modo, si nota l’evoluzione che il fenomeno dello scarabocchio ha avuto: dai margini delle opere del Rinascimento, ha conquistato il centro di quelle contemporanee, mostrando la sua importanza nel momento creativo.
TIP
Fino al 22/05
Villa Medici-Accademia di
Francia
Lun-merc-giov e dom
10-19/Ven-sab 10-20
10€/7€
LONDON CALLING A PALAZZO CIPOLLA
La mostra sul ruolo della capitale britannica nell’arte contemporanea
Londra è la capitale europea dell’anticonformismo, una città dinamica ed in eterno movimento, punto di riferimento per gli artisti di tutto il mondo.
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London Calling foto di Martina |
Palazzo Cipolla, edificio storico nel cuore di Roma, ospita una mostra dedicata all’arte contemporanea figlia della “swinging London”. Le protagoniste sono circa una trentina di opere di 13 artisti, accomunati da una caratteristica, l’aver respirato il fermento creativo della capitale britannica, dagli anni Sessanta in poi.
Tanti i nomi importanti in mostra, da Kapoor ad Hirst, da Scully ad Hockney, appartenenti a generazioni diverse ma la cui opera è inscindibilmente legata a Londra.
Il percorso espositivo mette in risalto non solo la produzione degli artisti, plasmata e forgiata a Londra, ma anche il contribuito che essi stessi hanno dato alla città nel farla diventare il fulcro del mondo dell’arte contemporanea. I lavori scelti per questa mostra appartengono alla fase creativa più attuale degli artisti, ponendoli in una posizione di primo piano nell’attuale scena creativa globale.
Ti parlerò delle opere e degli artisti che più mi hanno colpito.
Anish Kapoor crea opere dalle forme più disparate, usando materiali diversi ed esplorando geometrie caratterizzata dall’alternanza di pieni e vuoti. Magenta Apple Mix 2 (2018) è formata da due grandi dischi rossi dalla forma concava che capovolge e deforma i riflessi, creando un ambiente vagamente inquietante.
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Anish Kapoor, Magenta Apple Mix 2 foto di Martina |
L’opera di Mat Collishaw è incentrata su questioni di ambiguità morale trattate con la moderna tecnica dell’imaging. In Seria Ludo (2014), l’artista ha creato una scultura animata con la tecnica dello zootropio. Per effetto della rotazione del lampadario, le 186 figurine creano una scena quasi di eccitazione orgiastica, la cui ripetitività coinvolge ma disgusta al tempo stesso.
Non può mancare Damien Hirst, il cui lavoro si concentra preminentemente sul rapporto tra vita e morte. È esposta una delle sue opere più iconiche, Glen Matlock (1996-1997); prende il nome dal bassista inglese che suonava nella formazione originaria del gruppo punk rock dei Sex Pistols. Raffigura uno studio medico pieno di confezioni di farmaci, bottigliette e altri oggetti usati in ambito sanitario. È un ritratto delle ansie contemporanee sulla malattia, sulla fragilità del corpo umano è una riflessione sulla dipendenza da farmaci. C’è spazio anche per due esempi di spot paintings, tra le sue opere più note e riconoscibili. Hirst esplora le variazioni sul tema della macchia (spot appunto) dal 1986, quando era ancora studente.
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Damien Hirst, Beautiful totally out of this world painting foto di Martina |
Assolutamente sorprendente è l’opera di Scully che fonde le tradizioni della pittura europea con l’astrattismo americano, aprendo le porte alla nuova corrente dell'astrattismo emozionale. Scully inserisce nell'arte astratta un elemento narrativo di stacco, alternando blocchi di strisce orizzontali e verticali dai colori intensi che sembrano sospesi in un equilibrio immersivo.
Si conclude questo viaggio nell’arte contemporanea londinese con un’artista che mi ha molto colpito, Julian Opie: egli coniuga la semplicità del linguaggio visivo della vita moderna con influenze dalla ritrattistica classica e dalle xilografie giapponesi; reinterpreta in maniera, a mio avviso, sorprendente il lessico della vita quotidiana, dagli avvisi pubblici, ai pannelli informativi ai segnali stradali.
Qui sotto, ti lascio qualche informazione pratica per organizzare la tua visita.
TIP
Palazzo Cipolla, via del Corso 320
Fino al 17/07
dal martedì alla domenica 10-20
Biglietti: 6€ intero - 4€ ridotto