“Ho proprio bisogno di staccare un pó, mi servirebbe una vacanza, un viaggio che mi ricarichi”. Quante volte abbiamo pronunciato questa frase? Io veramente tante!
Da sempre ho desiderato viaggiare, conoscere altre culture, immergermi in mondi lontani dal mio, andare alla scoperta dei monumenti simbolo del genio umano, presenti a tutte le latitudini.
Viaggio deriva dal latino viaticum che indica non il percorso in sé, lo spostarsi, ma il necessario da avere per affrontare la strada. Nel Medioevo il viaggio per eccellenza era il pellegrinaggio in Terra Santa, nei luoghi della fede, il Cammino.
Nel Seicento e soprattutto Settecento, la nascita del Grand Tour (un “viaggio d’istruzione” per i giovani nobili in giro per l’Europa) ha delineato il concetto di viaggio come lo intendiamo oggi: muoversi dal proprio paese verso un altro, per un periodo limitato di tempo.
Grazie ai miei genitori, ho imparato a viaggiare sin da piccolissima: a tre anni mi hanno portato con loro in Andalusia e, da quel momento, non ho piú smesso! Ho usato il verbo imparare non a caso: come per tutte le cose, anche per viaggiare dobbiamo predisporre il nostro animo ad accogliere, assimilare modi di vivere, di mangiare, di relazionarsi diversi da quelli a cui siamo abituati.
Ma ora veniamo a noi: il punto fondamentale è che viaggiare è bellissimo, ma abbastanza costoso, ergo, come fare? Inoltre, soltanto pochi fortunati possono disporre di periodi lunghi di ferie, i comuni mortali come riescono ad ottimizzare i tempi per vedere il più possibile?
Una risposta universale non ve la posso dare (magari la conoscessi!), posso dirvi, però, come mi organizzo io per viaggiare spendendo poco e vedendo il più possibile!
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