Una vacanza in Salento non può che iniziare da Lecce, splendida città d’arte tra le meno conosciute della penisola, culla di splendidi capolavori. È il Barocco, tuttavia, a farla da padrone con delle declinazioni talmente uniche e particolari da prendere l’appellativo di barocco leccese.
#UNPÓDISTORIA L’arte barocca si diffuse a partire dal
Seicento sotto la dominazione spagnola, creando uno stile unico e fantasioso
grazie anche alla pietra locale; un calcare tenero e compatto, estremamente
semplice da lavorare con lo scalpellino. La profusione di girali vegetali,
volute, piccole figure umane ed animali caratterizza non solo monumenti e
chiese ma anche balconi e palazzi.
Iniziamo la scoperta della “signora del Barocco”!
DAY 1
Il punto nevralgico della città è piazza del Duomo. Prima di
concentrarci su di esso, è da notare come la piazza sia stata concepita come
una sorta di quinta scenografica, il cui fondale è costituito dal Palazzo
Arcivescovile e dal Palazzo del Seminario. Quest’ultimo terminato nel 1729 su
disegno di Giuseppe Cino, racchiude un magnifico chiostro con un particolare
pozzo a baldacchino ornato da foglie, ghirlande e puttini.
Chiostro dell'Antico Seminario
foto Martina
TIP: per visitare i principali monumenti del barocco cittadino esiste un biglietto cumulativo valido per 15 giorni; consente l’ingresso al chiostro dell’Antico Seminario, al Duomo e alle chiese di San Matteo, Santa Chiara e Santa Croce (9€).
Il Duomo e il Campanile
foto Martina
La cattedrale venne innalzata nel 1144 in onore di Maria SS Assunta, per poi essere completamente ricostruita nel 1659 per volere del vescovo Pappacoda. Se ne occupò l’architetto Giuseppe Zimbalo, personalità di spicco del barocco leccese. L’interno, a croce latina, custodisce tanti tesori artistici: il soffitto ligneo, il battistero decorato da statue in cartapesta, l’altare maggiore e la cripta della Vergine della Scala le cui 92 colonne sono una delizia per gli occhi. Il campanile, costruito tra il 1661 e il 1682, svetta sui tetti cittadini con i suoi 72 metri d’altezza, culminanti nella banderuola di Sant’Oronzo.
L'interno del Duomo
foto di Martina
TIP: Si può salire sul campanile grazie all’ascensore UP! che ti permette di avere un’inedita visuale sulla città che, nelle giornate terse, arriva fino alle viste dell’Albania. Il balcone è posto a 43 metri d’altezza e l’ora migliore per godere di tutto questo è sicuramente il tramonto! (ingresso 12€)
Lasciando piazza del Duomo, via Libertini è una delle strade
più caratteristiche del centro storico, lungo la quale sono disposte tre chiese
tutte realizzate dallo Zimbalo: Santa Teresa, Sant’Anna e San Giovanni
Battista. Conclude il percorso Porta Rudiae, chiamata così perché indirizzata
verso l’antico abitato di Rudiae; è una delle 4 porte che, anticamente, davano
accesso alla città. Da qui si diparte il quartiere Giravolte, testimonianza del
passato medievale della città. Il dedalo delle strade e le case a corte
richiamano l’Oriente delle medine.
Panorama dal Campanile
foto Martina
TIP: lungo via Libertini si trova l’Antica Pucceria Giannone, il regno della puccia leccese, il tipico pane di grano duro dalla forma rotonda, farcito nei modi più svariati. La tradizione si rinnova inalterata dal 1941 con prodotti di grande qualità per un’esplosione di sapori. Questo è l’unico posto dove poter mangiare la vera puccia!
La puccia dell'Antica Pucceria Giannone
foto Martina
Proseguendo per le strade del centro lastricate in pietra locale, la chiesa di San Matteo con il prospetto concavo-convesso cattura lo sguardo, così come le particolari colonne tortili del sontuoso altare maggiore. A poca distanza, Palazzo Vernazza, gioiello dell’architettura rinascimentale leccese, offre una visita insolita del passato della città. Nei suoi sotterranei, infatti, sono custoditi tesori archeologici come il Santuario di Iside e altre testimonianze del passato romano della città. Potrai vivere tutto questo con una straordinaria esperienza di realtà aumentata: assolutamente consigliata! (ingresso 6/10€)
Interno della chiesa di San Matteo
foto Martina
Se sei fortunato, al calare della sera il centro storico è animato da pianisti che fanno risuonare le loro note tra i vicoli del centro storico che diventano ancor più suggestivi.
DAY 2
Il secondo giorno inizia da un’altra piazza simbolo della città, piazza Sant’Oronzo. Nel 1934 il suo profilo venne ridisegnato a seguito dei primi scavi dell’anfiteatro romano. Si decise di abbattere gli edifici costruiti al di sopra per ampliare il profilo emerso. Si salvarono solo la Loggia del Sedile, di gusto gotico-rinascimentale con le arcate di eco veneziana, e l’adiacente Cappella di San Marco, costruita nel Cinquecento dalla colonia veneta presente a Lecce; anche la colonna dedicata a Sant’Oronzo venne spostata.
Scolpita dallo Zimbalo tra il 1666 e il 1686 usando i rocchi di un’antica colonna romana di 29 metri d’altezza; i leccesi l’hanno voluta per ringraziare il santo di averli graziati dalla peste del 1656. Dell’anfiteatro è oggi visibile parte dell’arena e delle gradinate e due corridoi. Databile tra il I e il II secolo d.C., la sua reale estensione misurava 102 x 83 metri e poteva contenere 25.000 spettatori.
TIP: sono iniziati i lavori per la messa in sicurezza
dell’anfiteatro e del teatro romano per poterli rendere sempre fruibili.
Dall’esterno è possibile anche osservare i resti del teatro, scoperti
casualmente nel 1929. La cavea è ricavata in un banco di roccia ed è divisa in
sei cunei di dodici gradoni ciascuno.
Proprio in questa piazza si trova uno dei bar storici di Lecce, il bar Alvino: siediti in uno dei tavolini all’aperto per gustare il pasticciotto e il caffè leccese. Il pasticciotto è il dolce tipico, pastafrolla ripiena di crema e, in alcune varianti, amarena, mentre il caffè leccese è un espresso con cubetti di ghiaccio e latte di mandorla, una bevanda molto dissetante!
La vicina chiesa di Santa Chiara è un altro splendido esempio
del barocco cittadino. Realizzata nel 1691 da Giuseppe Cino, bellissime decorazioni
scandiscono ritmicamente la facciata, mentre i tanti altari cesellano il
particolare interno ottagonale.
Caffè leccese in ghiaccio
foto Martina
Ma il vero emblema dell’arte barocca è la basilica di Santa Croce, inaugurata nel 1548 anche se i lavori si conclusero nel 1646, quando lo Zimbalo ne impreziosì il prospetto. Telamoni, puttini, colonne e statue: un tripudio di cesellature che culmina nel rosone. Naturale proseguo della chiesa era l’attiguo convento, oggi sede della Provincia e della Prefettura, sempre opera dello Zimbalo. Si può attraversare il chiostro rinascimentale, rimaneggiato nel Seicento.
Basilica di Santa Croce
foto Martina
Chiude il giro della città la visita del Castello Carlo V, costruito tra il 1539 e il 1549. Il progetto fu affidato all’architetto Gian Giacomo dell’Acaya, ingegnere di corte dell’imperatore Carlo V. Quattro alte cortine murarie sono raccordate ad altrettanti bastioni angolari che proteggevano il nucleo centrale del castello.
E ora..tutti a tavola, ce lo siamo meritati!
Il ristorante
che ti voglio consigliare è Vico dei Sotterranei, proprio dietro il Duomo; è
deliziosamente arredato in stile marinaresco, con accenni mediorientali, e
propone la cucina tipica pugliese rivisitata in chiave moderna, con grande
attenzione alle materie prime del territorio.
Fave e cicoria del Vico dei Sotterranei
foto Martina
Sono sicura che Lecce sarà la metà del vostro prossimo weekend!
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