Fuga di Pasqua A Verona

Per confermare il proverbio "Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi", quest'anno ho deciso di partire per Verona e dedicare a questa deliziosa città una visita di due giorni. 

Nonostante il periodo  prescelto e l'aver prenotato relativamente tardi (circa un mese prima), ho trovato, con Trenitalia, il biglietto standard del Frecciargento a 40€ (per tratta) e un B&B in pieno centro, dietro piazza delle Erbe, la "Residenza Navona", a 95€ (tramite Booking). Sono partita da Roma Termini proprio il giorno di Pasqua, 16 Aprile, alle 8.45 e sono arrivata a Verona Porta Nuova alle 11.37, in perfetto orario. 
La stazione ferroviaria è un po' distante dal centro: per raggiungerlo si può optare per il taxi o per i normali autobus urbani. Ci sono diverse linee che raggiungono la zona dell'Arena e di piazza delle Erbe (11,12,13 e nei giorni festivi 90,92,93,96,98) che si prendono esattamente nel piazzale antistante la stazione, marciapiede A (per info atv.verona). Visto che non avevo alcuna fretta, ho scelto il metodo più economico: l'autobus di linea (1,3€). 

Per iniziare al meglio il giro della città, decido di posare la valigia al B&B e di sbrigare le pratiche del check-in. La camera è veramente molto carina, moderna e confortevole e Sara, la responsabile, si dimostra subito cortese e disponibile (per info residenza navona). 

Esattamente dietro il B&B si trova la Casa di Giulietta con il balcone più famoso e fotografato al mondo: il mio giro ha inizio proprio da lì. Già fuori dal portone, un serpentone indistinto di persone, vi farà capire che siete nel posto giusto! Per raggiungere il cortile interno, con la statua bronzea di Giulietta e il balcone, è un continuo spintonarsi ma, alla fine, riesco a farmi largo, contornata da muri pieni zeppi di scritte d'amore, lettere e lucchetti. L'edificio, in via Cappello 23, risale al XIII sec. Fu a lungo proprietà della famiglia Cappello, identificata, in seguito, con la famiglia Capuleti, dando origine alla convinzione che questa fosse la casa di Giulietta, eroina della tragedia di Shakespeare. 


Scorcio dell'Arena e di piazza Bra
Foto di Martina


La tappa successiva è l'altro simbolo di Verona: l'Arena. Via Mazzini è l'elegante strada dello shopping, completamente pedonale, che porta a piazza Bra e all'Arena. Considerata l'ora, quella del pranzo di Pasqua, la fila per entrare è veramente esigua e, in meno di un quarto d'ora, sono all'interno dell'anfiteatro. Eretto nel I sec. d.C., l'attuale forma ad ala è conseguenza del terremoto che ha colpito la città nel 1183. Ha ospitato combattimenti gladiatori, tornei, giostre. Dal 1913 con l'opera Aida di Verdi, è diventato il più grande teatro lirico all'aperto. Terminata la visita, devo dire un po' deludente se paragonato al Colosseo, un certo languorino impone uno stop. Proprio su via Mazzini, avevo notato un forno con ogni leccornia possibile e immaginabile: decido di pranzare così, per poi cenare come si deve. 

Una volta rifocillata, incomincio una bella passeggiata verso la basilica di San Zeno, che rimane un po' fuori rispetto al centro storico.


Facciata della basilica di San Zeno
Foto di Martina

Imbocco via Roma, e al termine della strada, mi trovo di fronte l'Arco dei Gavi e Castelvecchio. L'Arco venne eretto alla metà del I sec. d.C. per celebrare una delle famiglie più importanti della Verona romana, la gens Gavia, mentre Castelvecchio è il più importante monumento militare della signoria scaligera, oggi adibito a museo civico. Costituiva l'elemento principale di difesa urbana, inscindibile dal fiume: il ponte era via di fuga o di accesso alla città e la torre maestra era il punto di controllo del paesaggio circostante. 

Costeggiando la fortezza, si arriva sul lungo Adige, Rigaste San Zeno. La piacevole passeggiata offre la visuale migliore del ponte Scaligero, costruito tra il 1354 e il 1356, per ordine di Cangrande II della Scala. Venne completamente distrutto nel 1945 ad opera dei tedeschi e ricostruito nel 1951. Al termine del lungo Adige, si è in prossimità di San Zeno, capolavoro del Romanico in Italia. 

L'abbazia si sviluppa su tre livelli e l'attuale struttura risale al 1117, quando venne ricostruita in seguito ad un terremoto. La facciata è caratterizzata dal rosone detto "Ruota della Fortuna", decorato da sei statue che raffigurano le alterne vicende umane. Il portale presenta 48 formelle bronzee, raffiguranti episodi della vita di Gesù, scene tratte dall'Antico Testamento ed episodi della vita di San Zeno. Le formelle sono datate al XII secolo, opera probabilmente di un artista veronese. L'interno ospita il celebre trittico del Mantegna (1457-59) e la statua policroma detta "San Zen che ride", amata dai veronesi. Devo dire che la visita della Basilica, dopo la delusione dell'Arena, è stata totalmente appagante!

È ora di rincamminarsi verso il B&B per una pausa prima di cenare e degustare piatti tipici. Sulla strada del ritorno, passo per Porta Borsari,  una delle porte delle mura romane, risalente al I sec. d.C. L'attuale nome deriva dai bursarii, i soldati romani di guardia che riscuotevano i dazi. Procedo su Corso Porta Borsari per arrivare direttamente a piazza delle Erbe, la più antica di Verona.

Fontana di piazza delle Erbe
Foto di Martina

Sorge sopra l'area del foro romano ed era il centro della vita politica ed economica. Gli edifici romani hanno lasciato, poi, spazio a quelli medievali: il palazzo del Comune, la Torre dei Lamberti, la Casa dei Giudici e le Case dei Mazzanti. Esempi di barocco sono il Palazzo Maffei e la Casa dei Mercanti. Da qui si vede anche la Torre del Gardello, primo orologio pubblico della città.

Ormai esausta non mi rimane che tornare in camera per riposare!
Dopo la faticosa giornata, decido di sperimentare il ristorante sotto il B&B, convenzionato con la struttura, la Locanda Navona (locandanavona). Il locale è molto accogliente, con un arredo minimal e musica di sottofondo. Il menù ha pochi piatti, ricercati, che uniscono sapori tipici alla cucina mediterranea. Assolutamente da provare la tartare di Fassona: sublime! I prezzi sono un po' alti, ma è stato un degno modo di festeggiare la Pasqua.

Il giorno seguente, il lunedì dell'Angelo, il risveglio è stato all'insegna di una colazione all'italiana, sempre presso la Locanda: crossaint, biscotti, succo d'arancia, caffè e pronti per un altro bel giro. Il treno del rientro è alle 16.52: c'è tutto il tempo per attraversare l'Adige e andare sull'altra sponda, dove si trova il Teatro Romano. Sorge ai piedi di Colle San Pietro ed è il più importante del nord Italia, risalente alla fine del I sec. a.C. Oggi rimangono la cavea, parte delle gradinate e della scena. In un ex convento dei Gesuati, edificato sul fianco del colle, a picco sul teatro, ha sede il Museo Archeologico, che offre un excursus della storia della città in epoca romana. Raggiungendo l'ultimo piano di questo complesso del XV secolo, si ha una vista spettacolare del centro storico di Verona e dell'antico Ponte di Pietra, unico di età romana rimasto. 

Ponte di Pietra
Foto di Martina
Una volta riattraversato il fiume, non rimane che perdermi tra i vicoletti del centro storico, caratterizzati da palazzetti bassi, con facciate color pastello arricchite da balconi fioriti, fino ad arrivare al complesso della Cattedrale. Di questo fanno parte le chiese di San Giovanni in Fonte e di Sant'Elena, collegate dall'atrio di Santa Maria Matricolare. 

Da qui, mi dirigo verso le Arche Scaligere, monumentale complesso funerario, in stile gotico, della famiglia degli Scaligeri. Era destinato a contenere le tombe (arche) di personaggi illustri della casata, tra cui quella del più grande, Cangrande, a cui Dante dedica il Paradiso. Con mio grande disappunto, il complesso apre solo d'estate e, quindi, mi devo accontentare di una sbirciatina da fuori: che peccato!Poco distante, si apre un'altra piazza medievale: piazza dei Signori, nata dallo sviluppo dei palazzi scaligeri, con al centro una statua dedicata a Dante. Qui il tempo sembra essersi fermato: un surreale silenzio avvolge il Palazzo del Podestà e la Loggia del Consiglio. Alle spalle della piazza, si trova una delle poche architetture originali del XII secolo conservatesi in città: il Palazzo della Ragione, a lungo sede del Comune. Nel XV secolo, si aggiunse, lateralmente, la Scala della Ragione.

A questo punto mi merito un bel pranzo, che dite? L'Osteria Dal Cavaliere, a piazzetta Scala, ha attirato la mia attenzione: locale piccolo, con le classiche tovaglie a quadri bianche e rosse, mi ha fatto subito pensare ad una cucina genuina e tipica e così è stato! Il baccalà alla vicentina è una loro specialità, così come le seppie in umido, accompagnate dalla polenta, e la giardiniera! Ottima anche la selezione di salumi e formaggi e i prezzi sono assolutamente concorrenziali.

La mia fuga volge al termine: non resta che tornare a prendere la valigia e dirigermi verso la stazione, pronta già per la prossima avventura.

TIP
VERONA CARD: questo biglietto cumulativo permette l'accesso gratuito, o con riduzioni, ai principali musei, monumenti e chiese della città e consente di viaggiare liberamente sulle linee urbane dei mezzi pubblici. È disponibile in due versioni: 24 e 48 ore. Per maggiori informazioni turismoverona.

SPRITZ: se vai in Veneto, devi assolutamente berne uno! Per Goldoni era lo "sprissetto" e da allora è il cocktail più popolare da queste parti, nel classico binomio Prosecco-Campari (o Aperol). È servito non solo come aperitivo serale ma sin dalla tarda mattinata.

GELATO: mangiatelo solo se strettamente necessario. Scoprite cosa mi è successo!
Gelato: Nord vs Sud
Non ci crederete, ma il vero motivo per cui il nostro paese è spaccato in due é il gelato. Ebbene sì, perché da Roma in giù e da Roma in su, le scuole di pensiero riguardo la merenda più rinfrescante che ci sia sono diametralmente opposte. Nel primo caso, la grandezza del cono non limita la scelta del numero dei gusti: un cono piccolo può essere riempito fino all'inverosimile, con aggiunta di panna o doppia panna, se si è golosissimi, senza sovraccarico di prezzo. Nel secondo caso, invece, il numero dei gusti influenza la grandezza del cono: un gusto=cono piccolo, 2gusti=cono medio e così via, ma la cosa sconvolgente è che la panna si paga a parte ('mazza che ladri!).
È chiaro che il Sud, in questa sfida, vince a mani basse!

#MangiaUnGelatoMaDaRomaInGiu

3 commenti:

  1. Grande città Verona:affascinante e romantica,ma certo la vicenda del gelato è sconvolgente. Lo stesso mi è capitato nella elegante e ricca Trieste!!

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    1. Desideravo tanto vederla e a ragione tutti me ne parlavano benissimo!
      per quanto riguarda il gelato, spero che Roma non venga contaminata dai modi nordici!

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    2. Desideravo tanto vederla e a ragione tutti me ne parlavano benissimo!
      per quanto riguarda il gelato, spero che Roma non venga contaminata dai modi nordici!

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