PADOVA IN DUE GIORNI: TUTTO QUELLO CHE DEVI VEDERE

Padova, città d’arte, di cultura e di fede; qui predicò Sant’Antonio, legando inscindibilmente il suo nome a quello della città, qui lavorò Giotto dando vita ad uno dei massimi capolavori della storia dell’arte, qui insegnò Galileo, conferendo ulteriore lustro all’antica Università.

Sai che Padova è la città dei “tre senza”? Del caffè senza porte, del prato senza erba e del santo senza nome: continuando a leggere, scoprirai il perché!

DAY 1

Il simbolo della città è la Basilica del Santo, luogo da dove non può che iniziare il nostro tour. I padovani sono talmente legati a questa chiesa che la chiamano semplicemente “il Santo” - ecco spiegato il primo dei tre senza!

 

La basilica di Sant'Antonio
foto di Martina

Prima di entrare, nella piazza antistante realizzata nel Medioevo per accogliere le migliaia di pellegrini in visita alla tomba di Sant’Antonio, il monumento equestre bronzeo dedicato al Gattamelata ci da il benvenuto, capolavoro di Donatello e vera e propria rivoluzione nella storia dell’arte: è la prima statua equestre di grandi dimensioni realizzata senza alcun tipo di supporto architettonico.

Osservando la facciata, la prima cosa che si nota è la compresenza di diversi stili architettonici: la facciata romanica, il deambulatorio gotico con le sette cappelle, le cupole di stampo bizantino e i campanili moreschi. All’interno, ti coglierà subito una sensazione di pace e misticismo, data anche dalla potenza degli affreschi che decorano l’interno; nella Sala del Capitolo, un frammento della Crocifissione è attribuito a Giotto. Il cuore della basilica è il Tesoro, con le reliquie del Santo disposte lungo il deambulatorio.

La Loggia Cornaro
foto Martina

A poca distanza, si trova Palazzo Giustiniani, commissionato da Alvise Cornaro nella prima metà del Cinquecento. La Loggia e l’Odeo, ispirati a ideali classici, erano il luogo d’incontro perfetto per intellettuali e artisti. La loggia era stata pensata come quinta per rappresentazioni teatrali mentre l’odeo era destinato alla musica e presenta decorazioni ad affresco e stucchi con scene ispirate all’antichità greco-romana. Nel weekend potrai vedere queste meraviglie con una visita guidata (ingresso 4€).

Continuiamo a passeggiare verso un altro simbolo della città, la piazza più famosa di Padova, Prato della Valle. Sai che la sua intera estensione è di 88620 mq? Questo la rende seconda solo alla piazza Rossa di Mosca!

Per riuscire a capire, pur standoci dentro, le sue dimensioni, ti basti pensare che al centro si trova una vera e propria isola, l’isola Memmia, intitolata al podestà che ne ordinò la costruzione. Intorno all’isola c’è un canale di circa 1.5 km di circonferenza, circondato da una doppia fila di statue raffiguranti personaggi storici - sono 78 in totale! Quattro viali incrociati con relativi ponti sul canale, consentono di raggiungere il centro. Nel Medioevo questo era il luogo d’incontro per eccellenza, dove si svolgevano fiere, giostre e feste pubbliche. È questo il secondo “senza” da svelarti, il prato (ossia la piazza) senza erba!

 

Prato della Valle
foto Martina

Il centro cittadino è un continuo susseguirsi di piazze fiancheggiate da palazzi storici. Due ti colpiranno per la loro bellezza ma anche per il loro nome!

La prima è piazza delle Erbe, da sempre luogo deputato al mercato. Anche i nomi delle vie circostanti rivelano la loro antica funzione commerciale e perfino le scale del Palazzo della Ragione (di cui ti parlerò tra poco) venivano chiamate “scale delle erbe” perché ci si mettevano i venditori di lattuga!

Alle sue spalle si trova l’altra piazza, piazza della Frutta, che dal nome ci fa intuire la sua funzione originaria.

Le due piazze sono unite dal “Volto della Corda” o “Canton delle busie“, un passaggio coperto denominato in questo modo perché qui i bugiardi, gli imbroglioni e i debitori venivano colpiti sulla schiena con una corda. La particolarità è che le corde rimanevano sempre appese a cinque anelli di pietra, infissi nel muro, come monito. All’angolo sotto il “Volto della Corda” si vedono ancora oggi le pietre con incise le antiche misure padovane, riferimento per impedire che i venditori imbrogliassero i clienti!

Palazzo della Ragione
foto Martina

Ma ora, veniamo al Palazzo della Ragione, costruito agli inizi del Duecento con la funzione di tribunale. I padovani lo chiamano anche “il salone” perché il primo piano, al quale si accede con la scala delle Erbe, è un unico ambiente, per molti secoli il più grande al mondo, lungo 80 metri e largo 27, completamente affrescato. Gli affreschi originali, opera di Giotto, vennero distrutti nel terribile incendio del 1420. L’odierno ciclo pittorico è uno dei più grandi al mondo, un susseguirsi di motivi zodiacali, astrologici, religiosi e animali che raffigurano le attività cittadine bei diversi periodi dell’anno. Qui si trova anche la “pietra del vituperio”, un blocco di porfido nero sul quale i debitori insolventi erano obbligati a spogliarsi prima di essere cacciati dalla città (ingresso 7€).

Davanti al Palazzo della Ragione, accanto a quello comunale, si trova il  palazzo delle Debite, la prigione direttamente collegata al “salone” con un passaggio andato distrutto.

Piazza dei Signori è un’altra delle piazze più famose di Padova. La Loggia del Consiglio è stata eretta come luogo di adunanza dell’assemblea cittadina all’indomani dell’incendio del Palazzo della Ragione; Palazzo del Capitanio è stato costruito dai Veneziani per ospitare uno dei due rettori della città ed incorpora la torre dell’Orologio, di pertinenza di un precedente complesso medievale.

Altra sorpresa è Palazzo del Bo, sede dell’Università inaugurata nel 1222. Qui si sono avvicendati grandi pensatori del passato, tra cui Leon Battista Alberti, Galileo Galilei e Niccolò Copernico. Il Teatro Anatomico realizzato nel 1594 è uno straordinario teatro in legno dal quale gli studenti potevano assistere alle autopsie. Da non perdere anche la cattedra dalla quale insegnò Galileo, dal 1592 al 1610, ospitata nella sala dei Quaranta, così chiamata per i quaranta ritratti di studenti stranieri.

Aperitivo al Caffè Pedrocchi
foto Martina

Dopo tutto questo camminare, ci vuole una sosta rigenerante al Caffè Pedrocchi, locale storico della città. Inaugurato nel 1831, questo bar si impose rapidamente come luogo d’incontro privilegiato per intellettuali, studenti e letterati. Rimaneva aperto 24 su 24 e per questo venne chiamato il caffè senza porte - ecco spiegato l’ultimo dei tre “senza”! È un piacere prendere posto nelle sue sale dagli arredi storici e gustarsi un aperitivo, rigorosamente a base di spritz, oppure un caffè Pedrocchi, specialità della casa di cui non ti svelo nulla in anticipo!

DAY 2

Continua la passeggiata per il centro storico  alla scoperta della bella Padova. La fama della basilica di Sant’Antonio ha messo in ombra il Duomo, costruito nel 1552 su progetto di Michelangelo, e il suo Battistero. Se il primo non è particolarmente originale, il secondo è un vero e proprio gioiello con il ciclo di affreschi di Giusto de’ Menabuoi: alzando lo sguardo verso la cupola, centinaia di angeli e santi fanno da quinta scenografica al Cristo Pantocratore.

Chiesa degli Eremitani
Foto Martina

Altra chiesa da non perdere è la chiesa degli Eremitani, dedicata a San Filippo e San Giacomo ed edificata tra il 1276 e il 1306. Il soffitto ligneo ti colpirà per la sua particolare forma a carena di nave ma saranno le opere in essa contenute che ti lasceranno a bocca aperta. La Cappella Ovetari è il capolavoro rinascimentale di Mantegna, in parte distrutto dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale ma, in parte, ricostruito grazie ai frammenti recuperati; sono raffigurate le storie dei santi dedicatari della chiesa.

A poca distanza, nei giardini dell’Arena, si trova uno dei simboli di Padova, la Cappella degli Scrovegni. Dedicata nel 1303 da Enrico Scrovegni per riscattare la cattiva reputazione familiare (era un usuraio), l’esterno in semplice laterizio contrasta con la magnificenza dell’interno affrescato da Giotto. La volta è dipinta con un cielo stellato dal blu intenso, mentre le navate sono suddivise in quattro registri con 38 scene; in controfacciata, il Giudizio Universale. Con questo ciclo pittorico iniziò la rivoluzione della pittura moderna (è obbligatoria la prenotazione, visite di max 15 minuti, costo del biglietto 15€ che comprende anche la visita ai Musei Civici).

 

La Cappella degli Scrovegni
foto Martina

Per concludere la full immersion padovana, visitiamo il primo orto botanico universitario d’Europa. Voluto dalla Serenissima nel 1545 su sollecitazione dell’Università, il suo nucleo originario è di forma circolare, circondato da mura e suddiviso in quattro quadranti da due vialetti che lo attraversano. Nato per aiutare gli studenti a riconoscere le piante medicinali, oggi vanta un moderno e all’avanguardia giardino della biodiversità che, sfruttando l’energia rinnovabile di acqua e sole, offre nelle sue serre un viaggio tra le piante delle diverse zone climatiche del mondo (ingresso 10€).

I bigoi delle Nane della Giulia
foto Martina

Non posso lasciarti senza averti dato l’indirizzo di un ottimo ristorante dove poter assaggiare la cucina padovana e veneta. L’osteria Le Nane della Giulia è la trattoria più antica della città: menù scritto a mano, piatti in ceramica appesi alle pareti, profusione di legno per un’atmosfera ancorata al passato. La cucina è legata alla stagionalità dei prodotti, quasi tutti a km 0, tant’è vero che le proposte vengono aggiornate molto frequentemente. Un ristorante davvero consigliato!

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