GARBATELLA, LA CITTA' GIARDINO

La Garbatella è uno di quei quartieri della Capitale dove passeggiare in modo casuale, senza meta, ti fa scoprire angoli di quiete e di storia degli inizi del Novecento.

Il quartiere nacque nel 1920 per ospitare gli operai che lavoravano nelle fabbriche sull’Ostiense e per accogliere le famiglie della Suburra e di Borgo, sfollate per far posto a via dei Fori Imperiali e via della Conciliazione. 

Fondato sui colli attorno alla Basilica di San Paolo fuori le Mura ed esteso fino a via Ostiense, via delle Sette Chiese e lungo il fiume Almone, i primi edifici di questo quartiere popolare vennero inaugurati da re Vittorio Emanuele III. Una targa in piazza Benedetto Brin, entrata storica della Garbatella, ricorda la posa della prima pietra da parte del re il 18 febbraio del 1920.

TIP: Inizialmente, il nome ufficiale del quartiere era Concordia, augurio di un futuro migliore rispetto al clima difficile degli scioperi e delle manifestazioni del cosiddetto “biennio rosso” (1919/1920).

Gli architetti degli anni Venti e Trenta hanno costruito con professionalità, attenzione e anche eleganza delle abitazioni destinate alle classi operaie e meno abbienti.

I lotti della Garbatella
foto di Martina

L’edilizia popolare è costituita essenzialmente da due realtà abitative: da un lato i cosiddetti alberghi suburbani e dall’altro i Lotti, abitazioni dalle dimensioni molto più contenute, affiancate da piccoli spazi verdi in origine adibiti ad orti. Proprio quest’ultima tipologia ha fatto assumere alla Garbatella il nome di “città giardino”. Gli stili architettonici sono i più svariati, dal razionalismo, al futurismo, al barocchetto romano.

Il “viaggio poetico” in una Roma d’altri tempi, inizia scesi alla fermata “Garbatella” della Metro B. Lasciando alle spalle la parte “nuova” del quartiere, ci addentriamo nella sua parte storica.

Come vi dicevo all’inizio, non esiste un itinerario codificato da seguire; vi racconterò, quindi, di alcuni luoghi simbolo del quartiere, che raggiungerete perdendovi tra i suoi vicoli e le sue strade tortuose.

La scuola dell'Infanzia Luigi Luzzati
Foto di Martina


La cosiddetta “Scoletta” è la Scuola dell’Infanzia Luigi Luzzatti, costruita per i bambini del quartiere tra il 1919 e il 1922 dall’architetto Sabatini sulla cinquecentesca Villa Rosselli.

La Fontana Carlotta con la Scalinata degli Innamorati sono l’emblema della Garbatella. La fontana, costruita negli anni Trenta del secolo scorso in piazza Ricoldo da Montecroce, ha il volto di una donna dalla cui bocca esce uno zampillo d’acqua. La scalinata è detta “degli Innamorati” perché qui, negli anni della guerra, si ritrovavano le coppie per fare due chiacchiere e bere acqua fresca, sognando un futuro migliore. 

Sulla piazza, un mural dei Pittori Anonimi del Trullo celebra Alvaro Amici, “la voce verace de Roma”, interprete ed autore di celebri stornelli, da sempre icona dell’anima popolare romana.

 

La Fontana Carlotta e la Scalinata degli Innamorati
foto di Martina

Su piazza Michele da Carbonara si affacciano due dei quattro alberghi suburbani qui costruiti tra il 1928 e il 1929 dall’architetto Sabbatini: l’Albergo Rosso e l’Albergo Bianco; erano la risposta all’emergenza abitativa che caratterizzava la città dell’epoca, poiché dovevano ospitare un notevole numero di sfollati a causa delle trasformazioni urbanistiche del centro di Roma. La concezione dell’”albergo” con cui vennero eretti è quella di una sistemazione provvisoria, suddivisa fra spazi comuni (come le scuole o le cucine) e spazi privati (camere da letto).

CURIOSITÀ: nel 1931 l’Albergo Bianco è stato visitato dal Mahatma Gandhi.

Su via Giovanni da Montecorvino si affaccia il Bar dei Cesaroni, divenuto celebre grazie all’omonima fiction, così come la scuola elementare Cesare Battisti, costruita nel 1930, su piazza Damiano Sauli.

Con alle spalle gli archi della piazza, il gigantesco mural “Oh my darling Clementine” è uno splendido ritratto in stile liberty degli artisti Flavio Solo e Diamond dell’ostessa da cui il quartiere prese il nome. È stato realizzato nell’ambito della 4a edizione del festival Muri Sicuri, a cavallo dello scorso lockdown, in occasione del centenario del quartiere.

 

Il mural di Solo e Diamond
foto di Martina

#ILNOME

L’origine del nome “Garbatella” è stata chiarita grazie al ritrovamento di un documento del 1823. Deriva dal soprannome di un’ostessa che lavorava in una trattoria in Via degli Argonauti, conosciuta anche come “osteria della Garbatella”. In questo documento compaiono i nomi dei membri della famiglia Cascapera, proprietari del locale, tra cui quello di Maddalena Garbata e della figlia Clementina detta, appunto, garbatella.

 

Le architetture del quartiere si legano inscindibilmente alla street art che lo sta colorando sempre di più!

#UNPÓDISTREETART

Un altro mural realizzato nell’ambito dell’ultima edizione di Muri Sicuri si trova su via Fincati. “Preghiera al Tramonto” del venezuelano Luis Gomez de Teran ricorda la violenza del terremoto dell’Aquila.

Il duo Sten&Lex ha creato un gigantesco mural sulla facciata di un condominio in via Caffaro: l’opera "Passaggio", quasi monocromatica,  è essenzialmente geometrica, con linee, cerchi e righe che si susseguono come in una melodia.

La Costituzione più bella del mondo” è l’originale elaborazione artistica dei primi 12 articoli della Costituzione Italiana che affianca il mural di Sten&Lex, terminato sempre in occasione del centenario della Garbatella.

 

I murales su via Caffaro, "Passaggio" e "La Costituzione
più bella del mondo
foto di Martina

Ha ancora la vernice fresca “Supernova”, presso Villetta Social LAB, dello street artist filippino Jerico che ha voluto così omaggiare il quartiere in cui è cresciuto.


La Garbatella è davvero un quartiere unico a Roma, che ha conservato la sua anima popolare più autentica!

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