"Claudio Imperatore"

Gli spazi espositivi del Museo dell’Ara Pacis ospitano una grande mostra, “Claudio Imperatore. Messalina, Agrippina e le ombre di una dinastia”, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, da Ville de Lyon, curata da Claudio Parisi Presicce e Lucia Spagnuolo, con la collaborazione di Orietta Rossini, e ideata dal Musée des Beaux-Arts de Lyon.

Allestimento della mostra
Foto di Martina

L’esposizione ha come fulcro la discussa figura dell’imperatore Claudio, primo imperatore romano ad essere nato al di fuori del territorio italico, a Lugdunum (l’odierna Lione), nel 10 a.C., e mira ad approfondirne la personalità, la visione politica, il legame con Augusto, e i complicati rapporti familiari con il celebre fratello Germanico e con le mogli Messalina e Agrippina, il tutto sullo sfondo delle vicende di corte che coinvolgevano gli esponenti della dinastia giulio-claudia.
Il ritratto poco lusinghiero di Tiberio Claudio Druso, quarto imperatore della dinastia giulio-claudia, che emerge dagli scritti degli storici latini, viene qui riletto alla luce di nuove fonti, rendendo giustizia al suo operato, fatto di scelte politiche ed amministrative ardite, intrighi di corte ed avvenimenti fortuiti.

L’originale allestimento, reso attraverso immagini e suggestioni visive e sonore, oltre che attraverso opere d’arte di grande pregio, traccia le tappe salienti della vita di Claudio: il rapporto burrascoso con Augusto, che gli avrebbe preferito il fratello Germanico, morto prematuramente in circostanze sospette, come suo successore; l’ascesa al trono di Caligola, figlio di Germanico, ed erede della fama del padre; l’assassinio dello stesso e la successiva crisi politica che fece acclamare Claudio, ormai cinquantenne, imperatore da un corpo militare, quello dei pretoriani: era la prima volta nella storia di Roma. Il potere che il nuovo imperatore eredita è quantomai fragile ma la sua lungimiranza dà vita ad un organismo politico saldo e ben organizzato, come si evince dal discorso impresso sul bronzo della Tabula Claudiana, reperto di straordinario interesse storico ed archeologico qui esposto; con queste veementi parole pronunciate nel 48 d.C. in Senato e rivissute attraverso il racconto di Tacito, Claudio apriva la strada del consesso senatorio all’elite dei galli.

Tabula Claudiana, post 48 d.C.
Foto di Martina
La sua vita è, tuttavia, segnata negativamente dal burrascoso rapporto che ebbe con le sue mogli: la terza fu Messalina, più giovane di Claudio di 35 anni, divenuta famosa, suo malgrado, per i veri o presunti vizi sessuali che Giovenale riportò in una sua satira. La figura di questa donna viene resa attraverso spezzoni di film proiettati nelle sale: Messaline, film del 1910 di Henri Andreani e Ferdinand Zecca, e il film di Enrico Guazzoni del 1924. Uccisa l’imperial meretrix con il benestare di Claudio, la sua quarta moglie fu la nipote, Agrippina Minore; questa unione gli fu, però, fatale: la donna, figlia di Germanico e sorella di Caligola, infatti, è considerata l’ideatrice della morte dell’imperatore per avvelenamento nel 54 d.C., morte che portò all’ascesa al trono del figlio di primo letto della donna, Nerone. Splendido il piccolo ritratto in bronzo dorato qui in esposizione di Agrippina, proveniente da Alba Fucens, concesso in prestito dalla Soprintendenza Archeologica dell’Abruzzo.


Grazie a questa mostra, ai numerosi prestiti internazionali e nazionali e alle opere provenienti dal sistema Musei Civici, emerge un ritratto rivisitato di Claudio, imperatore capace di prendersi cura del suo popolo attraverso riforme economiche, grandi opere pubbliche, in primis il nuovo porto commerciale e l’acquedotto che porta il suo nome, e nuove leggi, il tutto per conferire solidità amministrativa ad un impero in continua espansione.

2 commenti:

  1. Bellissima mostra e articolo ancora più interessante.
    La nostra Martina non si smentisce, è sempre incisiva ed accattivante nelle sue recensioni.

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