DONNE, corpo e immagine tra simbolo e rivoluzione

La Galleria d’Arte Moderna rende omaggio alle donne e alla loro immagine, oggetto prediletto della creatività artistica con la mostra "Donne, corpo e immagine tra simbolo e rivoluzione"; una selezione di opere appartenenti alle collezioni capitoline, mostra le incrinature e le contraddizioni che nel XX secolo appaiono nel modo di rappresentare la figura femminile, soprattutto da parte di artisti maschi. 

Frigidarium e Figura pompeiana
Foto di Martina
Se la produzione delle artiste di ogni epoca è rimasta confinata nel mondo dell’oblio, dell’invisibilità fino agli anni Settanta del Novecento, la donna in quanto tale è stata, invece, il soggetto prediletto nella pittura e nella scultura di tutti i periodi. La mostra mette a confronto i diversi modi di approcciarsi al corpo femminile: in primis, l’ossimoro per eccellenza che contrappone la visione angelica ed eterea di figura impalpabile, a quella di tentatrice e fonte di peccato. La donna è al contempo quella raffigurata da Carosi ne "L’Angelo dei crisantemi" e la femme fatale, temuta e desiderata protagonista di opere letterarie e cinematografiche, che nella diva acquista la sua valenza positiva. Il processo di emancipazione sociale delle donne, a partire dal movimento delle Suffragette, si riflette nelle arti visive e la nudità del loro corpo diventa immagine di grazia e bellezza. 

Busto femminile in primo piano, 
sullo sfondo Il Dubbio
Foto di Martina
La serie di ritratti esposta al secondo piano, pone l’accento sugli occhi e sullo sguardo, creando un legame tra il soggetto raffigurato, l’artista e l’osservatore, che spicca nel volto di Elisa Marcucci, moglie di Giacomo Balla. Non può mancare il ruolo di donna come madre, propagandato dal Fascismo e presente in molte delle espressioni artistiche degli anni Trenta e Quaranta. Con il 1946, la conquista del voto per le donne rappresentó una svolta epocale per l’Italia, ma fu solo con gli anni Sessanta e con l’intensificarsi dei movimenti femministi, che il corpo femminile diventa protagonista del dibattito politico: le artiste indagano le inquietudini e le paure profonde, scardinando gli stereotipi e le sovrastrutture secolari.

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