BOMARZO E IL PARCO DEI MOSTRI

Nel cuore del viterbese, a circa un centinaio di chilometri da Roma, sorge il borgo di Bomarzo, arroccato su di uno sperone tufaceo e raccolto intorno a Palazzo Orsini. Poco distante da qui si trova il Parco dei Mostri, attrazione turistica grazie alla quale il piccolo centro è diventato famoso. Per raggiungerlo è preferibile usare la macchina (autostrada A1 uscita Orte), visto che non è servito dalla rete di trasporto pubblico.

Il Parco, chiamato anche Bosco Sacro, nacque nel 1552 come “Villa delle Meraviglie”, per volere del condottiero e letterato Vicino Orsini. Venne scelto per la sua realizzazione l’architetto Pirro Ligorio, che dette vita ad un insieme di giardini, sculture ed edifici caratterizzati dal gusto per l’artificio e per il meraviglioso, tipico dell’epoca. Il complesso, unico al mondo, è costituito da una perfetta integrazione tra statue in peperino “stupefacenti” e la natura di un bosco incontaminato. Inaugurato nel 1580, era stato concepito come luogo di passeggio e di meditazione.

La Casa Pendente
Foto di Martina

Varcato il monumentale ingresso, sormontato dallo stemma degli Orsini, due sfingi danno il benvenuto ai visitatori. Le sculture del parco si dividono nettamente in due mondi: quelle del livello inferiore, caratterizzate da iconografie legate alle passioni, e quelle del livello superiore, che presentano temi spirituali. Si attraversa il primo mondo per giungere, con acquisita consapevolezza, al secondo. 

Passeggiando tra i sentieri, incontriamo il Tempietto Dorico ottagonale, dedicato a Giulia Farnese, il gigantesco Vaso Cantaro, elemento tipico dell’iconografia manierista, la Casa Pendente, con delle prospettive davvero spaventose se osservate dall’interno, e un’enorme Tartaruga, sormontata da un obelisco; altre sculture rimandano all’arte orientale, come il Drago in lotta e l’Elefante da battaglia. Non mancano, poi, i riferimenti al mito, con le statue di Ercole e Caco, e quelle di Nettuno, Venere, Proserpina e Giove Ammone. Ma l’emblema del Bosco è una sorta di mascherone infernale, dai grandi occhi sbarrati e dal naso rincagnato, soprannominato l’Orco. L’enorme bocca, spalancata in un grido, viene identificata come la porta degli Inferi ed è sormontata da una scritta, monito per i visitatori: “ogni pensiero vola”.

L'Orco
Foto di L. Frabotta


Il Bosco Sacro è un unicum al mondo, in cui il visitatore è completamente immerso in una travolgente finzione scenica: almeno una volta nella vita si deve passeggiare tra questi “mostri”!

2 commenti:

  1. Ottimo e sintetico il percorso delineato dal blog di Martina: spinge a scadenzare una visita al parco anche se già visto in epoca lontana.

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  2. Seguendo le tappe salienti, scadenzate dalle statue ed attrazioni più belle e famose, non rischierete di perdervi o di impiagare ore a girare il parco!

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