Scozia on the road

Se per voi Braveheart è uno dei dieci film da portare sull'isola deserta, se le storie di castelli e fantasmi vi affascinano, se da piccole vi hanno costretto, per anni, a vestirvi con il kilt, dovete assolutamente progettare un viaggio in Scozia. 

Questa terra affascinante merita almeno due settimane per poterla apprezzare appieno e godere dei suoi paesaggi, ecco perché vi consiglio di girarla in macchina, come ho fatto io. Sono partita il 31/08 alla volta di Edimburgo e sono rientrata, sempre da Edimburgo, il 12/09. Il punto più difficile è organizzare l'itinerario, tenendo conto dei chilometri (anzi, delle miglia) da dover macinare e della guida a destra! Cartina alla mano, ho tracciato un percorso che toccasse le località più importanti e i castelli più famosi, fino ad arrivare alle Orcadi.

Il mio giro della Scozia

Per quanto riguarda i voli (circa 300€ a/r con la KLM) e l'affitto della macchina (ho optato per la Europcar: Opel Corsa con km illimitati e assicurazione casco 550€ circa per 8 giorni, inclusa riconsegna in un'altra città), mi sono rivolta alla mia agenzia di viaggi di fiducia, mentre per gli alberghi ho prenotato tramite booking. Tenete presente che, fino a qualche tempo fa, dall'aeroporto di Fiumicino non esistevano voli diretti per Edimburgo con compagnie di bandiera! Bando alle ciance, welcome to Scotland.

DAY 1

Il volo della KLM, con scalo ad Amsterdam, atterra alle 12.45, in perfetto orario, all'aeroporto di Edimburgo. All'uscita degli "Arrivi" si trova la fermata del bus AIRLINK 100 che porta direttamente in centro: i biglietti si acquistano comodamente dall'autista (4,5£). Scendo alla fermata di Princess Street, una delle arterie principali della città, perché l’albergo, l'Ibis St. Andrew, si trova a pochi passi da qui. Prenotando un hotel facente parte di una catena internazionale, sono andata sul sicuro: ottima zona, camere con arredi moderni e confortevoli e colazione buonissima!

Lasciati i bagagli, non vedo l'ora di gironzolare per la città. Pur essendo Glasgow la più grande città scozzese, Edimburgo ha riottenuto il ruolo di sede del parlamento regionale e del governo scozzese. Inizio passeggiando per la New Town, risalente al XVIII secolo, in piena epoca georgiana. Su Princess Street, all'ombra dell'imponente castello, si trovano i Princess Street Gardens, uno fra i molti parchi e giardini pubblici che fanno di Edimburgo la città più verde della Gran Bretagna.


Princess Street Gardens
Foto di L. Frabotta


Si nota anche lo Scott Monument, dedicato al celebre Sir Walter Scott. Alla fine di agosto, la città si anima perché teatro di festival internazionali. Nei giardini assisto alle prove dell'International Festival e cammino accompagnata da arie liriche. 


I quartieri residenziali a nord del castello mostrano una certa regolarità negli elementi decorativi delle facciate e nell'impianto ortogonale delle strade, interrotto, quest’ultimo, solo da piazzette, spesso arricchite da giardini, fra le quali spicca Charlotte Square.

Vengo a scoprire che, per la sera, è previsto uno spettacolo di fuochi d'artificio sull'Edimburgh Castle: wow, non potevo chiedere di meglio! Mangio qualcosa in un pub su Rose Street e conquisto un ottimo posto su Castle Street per godermi il meraviglioso spettacolo pirotecnico che, scherzando, credo sia stato organizzato in occasione del mio arrivo!

DAY 2

Il sole splende su Edimburgo e, fatta colazione, mi dirigo verso l'Edinburgh Castle, uno dei luoghi più visitati della Scozia, sorto nell'XI secolo come fortezza militare e residenza reale.

Edinburgh Castle
Foto di L. Frabotta


Una volta entrata nel complesso, presso la Torre di Argyle, mi accoglie la St. Margaret's Chapel: sotto la regina Margherita, nell'XI secolo, la religione cattolico-romana si affermò nel paese e, per questo motivo, venne costruito questo piccolo luogo di culto, il più antico edificio della città. Di fronte, il cannone, detto di Mons Meg, è un cannone d'assedio del XV secolo, usato nel 1558 per sparare alcuni colpi a salve per il matrimonio della regina Maria Stuarda. All'interno del castello si visitano le stanze reali, il Salone d'Onore e le insegne della corona. Quest'ultima, di provenienza ignota, è adorna di oltre 90 perle, 10 diamanti e più di 30 pietre preziose. Qui è anche conservata la "Pietra di Scone" o "Pietra del Destino", famosa perchè su di essa venivano incoronati i monarchi scozzesi. Si entra, poi, nelle prigioni di guerra, ospitate nei sotterranei del castello. Tra il XVIII e il XIX secolo, qui vivevano uomini stipati in condizioni alquanto disagiate, ricostruite in una mostra permanete. La passeggiata lungo le mura, infine, permette di ammirare tutta la città dall'alto: sensazionale! (info, orari e costi
 sul sito dell'edinburgh castle)

Uscita dal castello, mi dirigo nel quartiere dove, un tempo, si ammassavano le case della città vecchia. Il quartiere è attraversato da diverse strade: Canongate, Castle Hill, High Street e Lawnmarket formano il Royal Mile, il miglio regale, dove si affacciano, separate da stretti vicoli, alte casette con cortili interni. La zona è ricca di monumenti storici, graziosi caffè e gallerie. Incontro la St. Giles' Cathedral, la più importante chiesa di Edimburgo, fondata nel XIV secolo. La lanterna, costituita da sette archi rampanti, è tipica dei campanili scozzesi. La vecchia Edimburgo, quella delle tensioni politiche e religiose del XVI secolo, è riportata in vita da una pittoresca casa su High Street, dove, si dice, abbia trovato rifugio John Knox, principale figura della riforma scozzese. Arrivo fino al Palace of Holyroodhouse, residenza reale del XVII secolo, ricca di testimonianze di artigianato artistico. Di fronte sorge il controverso Palazzo del Parlamento Scozzese, opera dell'architetto catalano Miralles del 2004.

Da qui, decido di arrivare in cima a Calton Hill: la salita è resa piacevole dai palazzi che abbelliscono la strada e da alcuni edifici storici, tra cui un vecchio osservatorio, il monumento a Nelson e il tempio in memoria dei caduti delle guerre napoleoniche. Qui si trova anche il Old Calton Burial Ground, cimitero del XVIII secolo, straordinario per la sua bellezza architettonica e per i personaggi illustri che vi riposano. Una volta in cima, osservo la città, dominata dallo sperone di roccia su cui sorge l'Edinburgh Castle: la "fatica" viene totalmente ripagata!

Faccio una pausa in un caffè che incontro sulla strada del ritorno verso il centro: un club sandwich non me lo toglie nessuno! Rinfrancata nel corpo, torno ai giardini di Princess Street: la National Gallery of Scotland e la Royal Scottish Academy sono qui ospitate in due edifici neoclassici. La galleria espone quadri dei maestri europei dal XIV al XIX secolo, con ampio spazio riservato alla pittura inglese e scozzese. L'ingresso è libero e ne approfitto subito. Trascorro il pomeriggio immersa nell'arte senza accorgermi dell'ora! Si è quasi fatto il momento di cenare… per i britannici, ovviamente: intorno alle 19 è meglio, infatti, sedersi a tavola perché le cucine chiudono presto. La scelta ricade sempre su un pub: fish&chips, hamburger, alette di pollo, un boccale di birra e a nanna presto: domani mattina si parte per il tour on the road!

DAY 3

Bagagli pronti, check out fatto: non resta che andare a ritirare la macchina! L'ufficio della Europcar si trova all'interno della Waverly Station, non molto distante dall’albergo. Disbrigate le faccende burocratiche, chiavi e cartina alla mano, parto in direzione Forth Bridges. Il primo impatto con la guida a destra è molto strano: hai la sensazione di essere perennemente contromano!

TIP
•ASSICURAZIONE CASCO: questa non deve assolutamente mancare se affittate la macchina. Stipulatela perché le sorprese con la guida a destra possono essere dietro l'angolo: a me è capitato di distruggere uno specchietto proprio il primo giorno!

Uscire da Edimburgo si rivela un'impresa ardua per via del traffico ma, con pazienza, arrivo in autostrada. Passo sul Forth Bridges, ponte stradale sospeso inaugurato nel 1964: all'epoca era il più lungo d'Europa. Il ponte ferroviario esiste, invece, dal 1890: per costruire la spettacolare struttura in acciaio, ci sono voluti oltre 500 uomini!

Per il primo giorno di viaggio, i chilometri da percorre sono circa 160: la prima tappa è una cittadina affacciata sul Mare del Nord, St. Andrews. Sede della prima università scozzese, fondata nel 1412, si dice che nell'VIII secolo San Regolo abbia portato qui le ossa di Sant'Andrea Apostolo, santo patrono del Paese. Lascio la macchina al di fuori del centro storico: strade acciottolate, case basse dai balconi fioriti e vicoletti caratteristici, mi conducono alle suggestive rovine romaniche della St. Andrews' Cathedral, affacciate direttamente sul mare.

La cattedrale di St. Andrews
Foto di Martina


La cattedrale, costruita tra l'XI e il XII secolo, era meta di pellegrinaggio per migliaia e migliaia di persone e, per oltre 600 anni, è stato il più grande edificio costruito in Scozia (tutti i giorni 9.30-18.30, accesso alle rovine gratuito).
 
Tornando alla macchina, un buonissimo odore di fish&chips cattura la mia attenzione: è quasi ora di pranzo, perché no?! 

Prossima tappa il Glamis Castle, nella località di Angus. In circa 40 minuti raggiungo uno dei manieri più belli e famosi della Scozia. Appartiene, sin dal 1372, alla stirpe dei Bowes-Lyons. Le sontuose sale ornate da tappezzerie, porcellane e ritratti, dettero i natali alla regina madre. Il parco, con i giardini all'italiana, il Pinetum e il walled garden, è il valore aggiunto della tenuta (info, costi e orari sul sito del glamis castle). 
Sfinita dalla visita al Glamis Castle (ho camminato in lungo e in largo!), riprendo la macchina alla volta dell'ultima tappa dove trascorrerò la notte: Montrose, cittadina marittima del Forfarshire.
L’alloggio è la Guest House Grey Harlings, un tipico cottage inglese, trovato sempre su booking: la sensazione è quella di entrare a casa e la proprietaria è estremamente gentile. La camera è confortevole e spaziosa, con arredi moderni a differenza del resto della struttura, dove il tempo sembra essersi fermato agli inizi del '900. 
Il faro di Montrose
Foto di L. Frabotta


Sono veramente molto stanca e, dopo aver fatto un giro con la macchina (tira un vento tremendo!) fino al faro, chiedo consiglio su dove andare a mangiare. A due passi dall’albergo, fortunatamente, c'è il Roo's Leap: il locale è molto affollato ma riesco a trovare un tavolo. Qui ho mangiato l'hamburger più buono della mia vita, servito con delle patate al forno stratosferiche! Purtroppo la Scozia (ma, in generale, l'Inghilterra) non offre molta varietà dal punto di vista culinario: i pasti sono quasi tutti uguali, a base di carne e fritto.. meno male che non sarà per sempre!
Il vento pungente mi fa desistere dal passeggiare nei dintorni e rientro in men che non si dica in camera: domani ci saranno altre miglia da macinare!

DAY 4

Ecco la colazione dei miei sogni: viene servita la classica English Breakfast con uova, bacon croccante, toast al burro salato, fagioli e pomodoro: un paradiso che rende superfluo il pranzo!
Caricate le valige in macchina, si parte in direzione Stoneheaven per vedere il Dunnottar Castle. In circa 40 minuti (36 km) arrivo al parcheggio del castello. Sorge in posizione suggestiva, su una scogliera a picco sul mare, lambita su tre lati dal Mare del Nord e collegato alla terraferma da un piccolo istmo: uno spettacolo veramente meraviglioso! D'altronde,  questa fortezza semi-diruta è una delle più fotografate di tutta la Scozia (info, orari e costi sul sito del dunnottar castle).



Scorcio dalla scogliera del Dunnottar Castle
Foto di L. Frabotta



Percorrendo altri 30 km in direzione di Aberdeen (ultima tappa della giornata), arrivo al Drum Castle, una delle più antiche case-torri scozzese. Dal 1323 al 1975 è stata di proprietà della famiglia Irvine, per poi essere donata al National Trust of Scotland.

Drum Castle
Foto di L. Frabotta


All'impianto medievale si è aggiunta, nel 1619, una casa-palazzo giacobina; un ulteriore ampliamento si ebbe in età vittoriana. Negli appartamenti si può ammirare una straordinaria collezione di ritratti e mobili in stile. Il parco presenta tre diverse passeggiate, un arboreto, un bosco di querce e il Giardino delle Rose, diviso in quadranti che testimoniano le differenti tecniche di coltivazione di questo fiore dal XVII al XX secolo (info e orari
 sul sito del Drum Castle).

È ora di tornare in macchina per raggiungere Aberdeen (circa 28 km), la cosiddetta "silver city by the sea", principale porto della regione dei Monti Grampiani, alla foce dei fiumi Don e Dee.
Prima di andare in albergo, parcheggio in centro per una passeggiata. Terza più grande città del paese, è più un polo industriale che una rinomata località turistica. Degna di nota è la cappella del King's College, costruita intorno al 1500, unico edificio sopravvissuto dalla fondazione dell'Università, nel 1495. Altro edificio dall'aspetto insolito è la St. Machar's Cathedral, del XV secolo: la navata principale è in granito e il soffitto in quercia è decorato da 48 stemmi araldici dipinti. Concludo il giro della old Aberdeen toccando il Marischal College, università protestante fondata nel 1593, la St. Andrew's Cathedral e la Provost Skene's House, uno degli ultimi edifici medievali della città, risalente alla metà del XVI secolo e legata alla figura del ricco mercante Sir George Skene.

Bè, per oggi mi sono stancata abbastanza: il Mercure Aberdeen Ardoe House mi aspetta. Ho scelto questa struttura (sempre tramite Booking) perché ospitata in una residenza di campagna del XIX secolo dall'architettura stravagante e dall'arredo interno in stile baronale: per una notte sarò stra-coccolata. Le fatiche della giornata mi fanno desistere dall'uscire per cena, opto per il ristorante dell'hotel che ha prezzi abbastanza abbordabili. Il menù varia di poco: cesar salad e alette di pollo possono andar bene, una buona tazza di caffè sorseggiata nella veranda che affaccia sul giardino e poi dritta a nanna!

DAY 5

Dopo una colazione principesca, degna della location, mi rimetto in marcia verso la prima tappa, la cittadina di Elgin. Il viaggio è abbastanza lungo (147 km) e l’avvicinamento verso il nord dura circa due ore e mezza. Elgin conserva gran parte dell'impianto medievale ma è la cattedrale il vero capolavoro architettonico, conosciuta come Lanterna del Nord. Subì molti danni nel corso dei secoli e, per questo, è giunta fino a noi in stato frammentario ma sempre ricco di fascino.
Nonostante il vento sferzante, faccio merenda con un gelato, accompagnato, però, da un caffè bollente! Risalita in macchina, mi aspettano altri 50 km per raggiungere le sponde di Loch Ness, il più celebre loch scozzese: chissà se vedrò Nessie?!

TIP

•IL MOSTRO DI LOCH NESS: un mostro non meglio definito, venne avvistato per la prima volta da San Colombano nel VI secolo, ma è negli anni Trenta del Novecento che si sono accese le luci della ribalta su Nessie, grazie a delle enigmatiche foto. La leggenda di questo serpente marino rende ancor più spettacolare la visita del loch e dell'Urquhart Castle, che si staglia maestoso sulle sue acque.

Ha appena finito di piovigginare e le acque vengono illuminate dall'arcobaleno: è una vera e propria cartolina.

L'Urquhart Castle e il Loch Ness
Foto di Martina


Lascio la macchina al parcheggio dell'Urquhart Castle, fortezza diruta in posizione strategica e suggestiva, la cui storia affonda addirittura all'epoca di San Colombano, monaco irlandese che portó il cristianesimo tra i Pitti, nel VI secolo. Le prime testimonianze certe risalgono al XII/XIII secolo: da questo momento in poi, il castello diventa fulcro di lotte di potere e passaggi di proprietà. La fine definitiva della fortezza venne decretata nel 1715, con il crollo della Grant Tower a seguito di una tempesta. Il castello rimase in abbandono fino al 1911, quando passò nelle mani della corona inglese, per poi essere affidato alla Historic Scotland. È il terzo castello più visitato in Scozia e, per me, uno dei più affascinanti che abbia visto, per il silenzio in cui è avvolto e l'atmosfera romantica dei ruderi della Gatehouse, della Grant Tower e del Water Gate (info, orari e costi
 sul sito dell' urquhart castle).

Dopo essermi piacevolmente dilungata nella scoperta dell'Urquhart Castle e della sponda occidentale del lago, ritorno alla macchina: Inverness mi aspetta. In una mezz'ora (27 km) raggiungo la città, principale centro commerciale e amministrativo delle Highlands. L’albergo, il Royal Highland, è in posizione centralissima, unica pecca il parcheggio: per una struttura così grande i posti a disposizione sono assai scarsi! Booking è sempre e comunque una garanzia: camere confortevoli e spaziose, soffitti alti, mobilio tradizionale, hall dominata da una scalinata imponente e staff molto cordiale. 
Mi accomodo in stanza e, dopo un po' di riposo, esco per una passeggiata. Il fiume Ness attraversa il centro, conferendogli un fascino particolare. Il sole del tramonto illumina l'Inverness Castle, edificio vittoriano in arenaria rossa che domina la città, oggi adibito a palazzo di giustizia. La stanchezza e la fame si fanno sentire e, così, scelgo un pub lungo il fiume dove cenare. L'atmosfera è così romantica che mi dimentico di stare ancora mangiando le solite cose: al ritorno dovrò disintossicarmi da carne e fritto!

DAY 6

Prosegue la cavalcata verso il nord che si concluderà proprio oggi a Thurso, il punto più estremo della Scozia.

Avvicinamento verso il nord
Foto di L. Frabotta


Caricata la macchina, la prima tappa della giornata è il Dunrobin Castle. In un'ora e un quarto (85 km), sono di fronte alla maestosa mole bianca di questa fortezza affacciata sul mare. Circondato da un grande parco con giardini all'italiana, il castello dal XIII secolo è la residenza dei conti di Sutherland, ma molte stanze sono visitabili (info, orari e costi
 sul sito del dunrobin castle). Vi voglio dire la verità: non mi ha entusiasmato più di tanto e, con un po' di amaro in bocca, mi dirigo alla volta di Wick (80 km). 
La cittadina è situata alla foce dell'omonimo fiume e il nome deriva dalla parola vik, che vuol dire baia. Mi sgranchisco le gambe passeggiando per il centro e sul lungomare, anche se il forte vento mi fa desistere dopo poco: meglio una tazza di caffè al calduccio!

TIP

•POMPE DI BENZINE E STRADE DEL NORD: da Inverness andando verso nord, la rete stradale scozzese lascia parecchio a desiderare. In molti casi, si tratta di strade sterrate, ad un'unica corsia per entrambi i sensi di marcia. Quindi, può capitare anche a voi di vedervi venire incontro un camion e, per evitare lo scontro, di dover usare le apposite piazzole di sosta! Anche per quanto riguarda le pompe di benzina, salendo verso nord si incontreranno solamente nei grandi centri: assicuratevi di avere il pieno prima di partire!

L'estremità settentrionale della Scozia offre una gran varietà di paesaggi, dalle brughiere montane alle spiagge bianche, alle verdi pianure coltivate. Nel percorso di oggi e nella strada che da Wick porta a Thurso (34 km), ne ho avuto un assaggio.


Prati nel nord della Scozia
Foto di L. Frabotta


Thurso è la principale località costiera, una cittadina di case in pietra. Mi sistemo al Royal Hotel Trail St., un accogliente albergo a pochi passi dal centro, con camere in stile classico ma confortevoli (sempre prenotato tramite Booking). La struttura è senza grandi pretese, ma la colazione è ottima, il parcheggio è gratuito e custodito e la posizione è perfetta.
 
Pronta per uscire, inizia a piovigginare (unica mezza giornata di cattivo tempo in tutta la vacanza, sono stata molto fortunata!) ma non mi spavento. Thurso offre degli scorci mozzafiato sulla baia ma, in sè per sè, sono poche le cose da vedere. 
Le rovine di St. Peter's Kirk si aprono tra le basse casette, offrendo uno spettacolo surreale. La chiesa risale al 1220 ed è possibile vedere da vicino le mura esterne e passeggiare tra le tombe del cimitero, un vero e proprio inno alla vita dei defunti. Mi dirigo verso la spiaggia e lo sguardo abbraccia tutta la baia: da un lato, si vede il porto di Scrubster con il faro e la punta estrema, Holborn Head; dall'altro, le rovine del castello e Dunnet Head. Il mare mosso, il sibilare del vento, un pallido sole che si fa spazio tra le nubi nere: un momento perfetto in cui mi immergo, lasciando libero sfogo ai pensieri. Il calar della sera fa scendere repentinamente le temperature: è ora di ritornare verso il centro e cercare un buon posto per cenare.
Proprio vicino all’albergo, un piccolo locale mi colpisce: Le bistro. Entro e l'atmosfera casalinga e i deliziosi profumi mi fanno subito ben sperare. Dalle lavagnette con i menù appesi scelgo i piatti: finalmente una buona sogliola al vapore, con salsa alle erbe e verdure alla julienne, ottimo. Il vento continua a soffiare imperterrito: spero che si plachi visto che domani mi aspettano le Orcadi e vorrei evitare il "balletto" del traghetto!

DAY 7

Il cielo è coperto e grigio questa mattina, ma il tempo uggioso fa vedere i paesaggi costieri sotto una luce diversa. La colazione all'inglese non può mai mancare e, a pancia piena, prendo la macchina per andare al porto di Scrabster, che dista cinque minuti da Thurso, da dove partono i traghetti della NorthLink Ferries per le Isole Orcadi (info, orari e costi sul sito della northlink ferries). 

L'arrivo è al porto di Stromness, principale cittadina dell'isola di Mainland, che si raggiunge in circa 1 ora e mezza. Purtroppo, il mare è molto messo e l'unico modo per contrastare il rollio del traghetto è passare tutto il viaggio sul ponte esterno: è la prima volta che soffro di mal di mare! Le Orcadi sono poste alla stessa latitudine della Siberia ma, essendo baciate dalla Corrente del Golfo, godono di un clima temperato. I cieli sono popolati da oltre 300 varietà di uccelli che rendono queste isole una meta privilegiata per gli ornitologi. L'arcipelago comprende circa 70 isole e vanta la più alta concentrazione di siti archeologici della Gran Bretagna.

Stromness è caratterizzata da case con frontone a gradini del XVIII/XIX secolo, che si affacciano sul mare. Passeggio per i vicoli del centro, perdendomi tra botteghe artigiane e negozietti di specialità gastronomiche. Rimango colpita dal fatto che molte abitazioni, anzichè avere il box per le auto, ne hanno uno per tenere la barca!


Scorcio di Stromness
Foto di Martina
Si dice, infatti, che gli abitanti delle Orcadi siano contadini con le barche, visto che, qui, l'attività principale è l'agricoltura. I colori sono vividi, dalle facciate degli edifici, alle imbarcazioni, alle insegne dei negozi, al mare, di un blu scurissimo, simile al petrolio. La storia del porto commerciale è raccontata nello Stromness Museum, ottimo punto di partenza per una visita che si rispetti della città. A pochi km, facilmente raggiungibili con autobus locali o in taxi, si trovano due famosissimi siti preistorici: gli imponenti Standing Stones di Stenness e il Ring of Brodgar. Il primo sito è un cerchio dal diametro di circa 30 metri, eretto intorno al 3000 a.C., caratterizzato da quattro monoliti superstiti, di altezza fino a 5 metri. Il secondo è un cerchio megalitico di 36 menhir, circondato da un fossato circolare, scavato in epoca neolitica. È uno spettacolo affascinante e impressionante, avvolto da millenni nel mistero. Devo rincamminarmi verso il porto per non perdere l'ultimo traghetto. Il viaggio di rientro non va meglio per il mio mal di mare e, anche in questo caso, me ne rimango sul ponte esterno, sfidando il vento che soffia implacabile ma appagata dalla visione delle bianche scogliere a picco sul mare.
 
È stata una giornata molto stancante e, l'idea di tornare in albergo per poi riuscire a cena, non mi alletta. Quindi, parcheggiata la macchina, faccio incetta di junk food (e non solo) e mi chiudo in camera: relax!

DAY 8

La sveglia suona molto presto: oggi dovrò percorrere il tragitto più lungo in macchina, dall'estremo nord della Scozia fino all'Isola di Skye!
Colazione, check out, bagagli in macchina e via: prima tappa Ullapool. Il navigatore mi suggerisce di passare per una strada panoramica che attraversa delle riserve naturali: la intraprendo. Si aprono davanti a me distese di verde incontaminato, puntellate dal viola dei cardi, simbolo della Scozia, e da loch.

Cardi, simbolo della Scozia
Foto di L. Frabotta
TIP

•IL CARDO, FIORE NAZIONALE: non si sa con esattezza come il cardo, dal fiore rosa o violaceo, sia diventato il simbolo della Scozia. Ci si affida ad una leggenda, secondo la quale un gruppo di guerrieri scozzesi, che si era addormentato, riuscí ad evitare l'imboscata dell'esercito norvegese perché uno dei nemici calpestò questa pianta spinosa. Il suo grido di dolore risvegliò i soldati assopiti che respinsero gli invasori e adottarono, poi, il cardo come emblema nazionale.

Dopo 230 km e più di tre ore di macchina, raggiungo Ullapool, pittoresco villaggio di pescatori sulle rive del Loch Broom. Il porto peschereccio è attivo dal XVIII secolo. Passeggio tra le casette ad un piano che si specchiano sulle sue acque: un tempo abitazioni di pescatori, oggi ospitano hotel, locali e negozi. Apprezzo gli stessi scorci che tanto amava dipingere Oscar Kokoschka nei suoi acquerelli. Metto un boccone nello stomaco e torno al galappo, direzione Eilean Donan Castle.

Eilean Donan Castle
Foto di Martina
In poco più di due ore arrivo a destinazione: Dornie, nella parte occidentale delle Highlands. Il parcheggio del castello è veramente pieno di macchine e a stento trovo un posticino per la mia Opel. Già incamminandomi verso l'ingresso, scorgo l'incanto di questo edificio, posizionato su un isolotto nel loch Duich e collegato alla terraferma da una sopraelevata. La sagoma del castello si riflette interamente sull'acqua, creando un effetto pazzesco! Fu scelto, non a caso, come sfondo per la prima saga di Highlander. Il nome, "castello di Donan", deriva, probabilmente, da un religioso irlandese che, tra il VI e il VII secolo, avrebbe costruito un monastero nel luogo dove sarebbe, in seguito, sorta la fortificazione. Nel 1220, infatti, Alessandro II di Scozia, ordinó la sua costruzione a difesa delle continue incursioni vichinghe. Divenne la roccaforte del movimento giacobita, e fu distrutto nel 1719 dalle navi da guerra inglesi. Restaurato nell'Ottocento, oggi custodisce cimeli legati alla causa giacobita. Superato il portale d'ingresso, difeso da una cancellata, si entra nel cortile interno che dà accesso al main keep, fortezza principale a quattro piani. Qui si trovano la stanza di acquartieramento, la sala del banchetto, sei camere da letto e le cucine. La visita di queste ultime è stata molto divertente: è ricostruita la preparazione di un vero e proprio pranzo, con tanto di effetti sonori! (info, orari e costi sul sito dell' eilean donan castle)

È ora di rimettermi in marcia per il meritato riposo serale! La mia "casa", per una notte, sarà l'Isola di Skye, la più grande dell'arcipelago delle Ebridi Interne, collegata alla costa da un ponte. Raggiungo la cittadina di Dunvegan, nella parte nord-ovest dell'isola, rinomata per il castello dell'XI secolo, suo simbolo.

Paesaggio dell'Isola di Skye
Foto di L. Frabotta
L'Atholl House è una graziosa guesthouse arredata con molto gusto, dalle camere spaziose ed accoglienti: i giudizi su Booking erano assolutamente veritieri! La dependance a vetri è l'ambiente ideale dove rilassarsi guardando il paesaggio e sorseggiando una tazza di tè. Mi butto sul letto e mi riprendo dalla giornata, prima di uscire per cena. Nei dintorni avevo adocchiato un posticino molto carino per mangiare ma, ahimè, tutto pieno! Considerando che, senza riprendere la macchina, altri locali non ci sono, mi accontento di una friggitoria ruspante, unico problema: è un take away! Non mi perdo d'animo: visto quanto sono distrutta, prendo hamburger, patatine, fish&chips e Coca Cola e mangio comodamente sulle poltroncine della camera, davanti alla tv.

DAY 9

Una dormita ristoratrice era quello che ci voleva! La mattina inizia con un'ottima colazione e mi faccio consigliare dai proprietari della guesthouse cosa andare a vedere sull'isola. Mi dirigo verso la penisola di Trotternish, a nord, che ospita il simbolo di Skye: un'insolita formazione rocciosa, un monolito di 49 metri, formatosi con l'erosione basaltica, chiamato Old Man of Storr. Purtroppo è parzialmente avvolto nella nebbia al mio arrivo e non lo riesco a distinguere nettamente: che peccato! Proseguo scendendo verso sud, a Portree, capoluogo dell'isola.

Il porticciolo di Portree
Foto di Martina


Deve il suo nome ("porto del re") ad una visita di Giacomo V, nel 1540. Il porticciolo, dalle caratteristiche casette color pastello, è incastonato all'interno di una baia. 


Continua il viaggio verso il sud dell'isola: prossima destinazione Armadale, da dove partono i traghetti che, in 30 minuti, raggiungono Mallaig, sulla costa scozzese, piccolo ma vivace villaggio di pescatori (info, costi e orari sul sito calmac).
Il tragitto da qui a Fort William è uno tra i più belli che si possano intraprendere in Scozia. Si incontrano il monumento ai giacobiti di Glenfinnan e l'imponente ponte ferroviario, reso noto dalla saga di Harry Potter. Alle porte di Fort William, si distingue la vetta del Ben Nevis, alto 1343 metri. Dopo 97 km, arrivo a Roy Bridge, tappa finale della nostra giornata. Il Best Western Glenspean Lodge (scelto sempre su Booking) nasce alla fine dell'Ottocento come casino di caccia, immerso nella natura. Le camere, spaziose e confortevoli, hanno una vista fantastica sulle montagne circostanti. Prima di cena, faccio una passeggiata nel centro cittadino: c'è una chiesa, la strada principale, un ristorante e poi il nulla! Proprio nell'unico locale di Roy Bridge, The Stronlossit Inn, mi fermo per cena. L'ambiente è molto accogliente e la cucina casalinga e tradizionale. Prima di rientrare in camera, mi fermo nel giardino dell'albergo e, seduta sulle panchine in ferro battuto, guardo il cielo stellato, accompagnata dai rumori della notte.

DAY 10

Il giro della Scozia on the road si conclude: tappa finale sarà Glasgow, dove riconsegnerò la macchina. Ma ora non ci penso, mi aspetta il Kilchurn Castle! Questo castello in rovina si trova sulle sponde del Loch Awe, su una sorta di promontorio. Ci arrivo in circa due orette (143 km) ma individuare la passeggiata per raggiungerlo non è stato semplice! L'accesso è gratuito (a differenza degli altri castelli) e il parcheggio per le macchine non ben segnalato.  Riesco nell'impresa e mi incammino sul sentiero sterrato che mi porta di fronte alla fortezza, costruita alla metà del XV secolo da Sir Colin Campbell. In caso di acqua alta, la lingua di terra su cui si trova il castello, diviene una vera e propria isola, rendendo lo spettacolo ancora più suggestivo! Nel corso dei secoli, la struttura venne usata come caserma militare e poteva ospitare fino a 2000 uomini. Intorno al 1760, la fortezza venne danneggiata da una terribile tempesta: questo episodio portó al suo definitivo abbandono. Entro nelle prigioni, nelle caserme e, sprezzante del "pericolo", salgo in cima alla torre, da cui si gode della vista del Loch Awe e delle montagne circostanti: amazing!
E ora pronti, via: next stop Falkirk, per vedere il Vallo Antonino, confine settentrionale dell'impero romano in Britannia. Se vi dicessi che è così mal segnalato e così poco sponsorizzato che stavo desistendo dall'impresa di cercarlo, ci credereste? Ebbene sí, il mio sogno di archeologa di vedere questo sito Patrimonio UNESCO, stava per andare in frantumi. Dopo aver percorso 89 km, averlo cercato in lungo e in largo, chiedendo a destra e a sinistra, sconsolata, stavo per imboccare l'autostrada e raggiungere, così, Glasgow. Ad un certo punto, scorgo un microscopico cartello marrone (colore che segnala punti di interesse turistico) con scritto "Antonine's Wall": YES!!!
Vallo Antonino
Foto di Martina


In una sorta di parco, cammino lungo i ruderi di quella che un tempo era una delle più significative fortificazioni militari. Costruita alla metà del II secolo d.C., era lunga 39 miglia e correva da Old Kirkpatrick a Bo'ness; venne abbandonata dalle truppe romane dopo appena venti anni, per le difficoltà incontrate nella conquista del territorio dei Pitti e dei Celti.

Felice, anzi, felicissima di essere riuscita nel mio intento, mi dirigo verso Glasgow, meta finale. Gli ultimi 39 km e riconsegno le chiavi della mia fedele compagna alla sede della Europcar. Un po' triste, mi avvio all'albergo, l'Alexander Thomson: mi rincuora il fatto che la vacanza ancora non sia finita! Situato proprio su una delle vie dello shopping, Argyle Street, è ospitato in un edificio in stile vittoriano. Il rapporto qualità/prezzo è ottimo (Booking non tradisce), la pulizia, il comfort delle camere e la colazione, più che sufficienti. 
Faccio giusto un giretto, prima di cenare in un pub dietro l'albergo, per prendere confidenza con la zona: domani mattina andrò alla scoperta di Glasgow!

•Un consiglio quando riconsegnerete la macchina: assicuratevi che la pulizia degli interni (soprattutto dei tappetini!) sia "accettabile", altrimenti vi verrà contestata e sarà addebitata una spesa extra per un lavaggio ad hoc: roba da matti!

DAY 11

Glasgow negli ultimi anni, ha rispolverato i tesori culturali appartenenti al XVIII e XIX secolo, quando la città era il più importante centro di costruzione navale al mondo. Affonda, tuttavia, le sue radici in un periodo ben più remoto, medievale, di cui ancora si possono ammirare alcuni edifici. Il centro si estende sulla riva settentrionale del fiume Clyde. 
È una mattinata assolata e mi dirigo verso la Gallery of Modern Art, un tempo sede del Royal Exchange, ospitata in un edificio del 1829. La GoMA è una delle maggiori gallerie d'arte nei dintorni di Londra e continua ad incrementare la raccolta grazie ad opere di artisti che gravitano sulla scena della città. Poco più avanti si apre George Square, progettata nel tardo XVIII secolo come area residenziale. Nel periodo vittoriano si trasformò nel centro nevralgico della città. Nell'angolo sud-est si nota l'ex Ufficio Postale, del 1876, mentre sul lato ovest si apre la Merchant House, sede della Camera di Commercio. Le City Chambers, ad est, sono le strutture dominanti, progettate in stile rinascimentale italiano nel 1888.


Centro di Glasgow
Foto di L. Frabotta


Glasgow divenne un'importante città mercantile dal XII secolo ma non rimangono molte testimonianze di questo periodo. Una è la Provand's Lordship, edificata nel 1471 come canonica ma diventata, in seguito, municipio. Attualmente è la casa più antica della città ed è adibita a museo. La cattedrale, a poca distanza, ebbe origine da un monastero fondato nel VI secolo da un sacerdote, Mungo. Costruita nel XIII secolo, la chiesa è disposta su due livelli; la cripta ospita la tomba di San Mungo, patrono della città. Dietro l'edificio, la statua del riformatore protestante John Knox domina la città dall'alto di una colonna dorica. Una necropoli vittoriana, con numerosi monumenti fatiscenti di ricche famiglie mercantili, circonda l'area della cattedrale. A poca distanza, il St Mungo Museum of Religious Life and Art è ospitato in un edificio del XII secolo. All'esterno del museo, si può passeggiare in un giardino zen, creato da Yasutaro Tanaka.
Glasgow è legata indissolubilmente alla figura del designer art nouveau C. R. Mackintosh, che, agli inizi del Novecento, progettó la Glasgow School of Art. Costruita tra il 1897 e il 1909 in base ad un progetto presentato ad un concorso, venne edificata in due fasi a causa di motivi finanziari. Altro capolavoro di Mackintosh è la non distante Willow Tea Room, unica rimasta di una serie di sale da tè create dal designer per la ristoratrice Kate Cranston. Tutto fu progettato da Mackintosh, dalle sedie, ai tavoli, alle posate. 


SEC Armadillo
Foto di Martina


Ogni giro della città che si rispetti non può non includere il SEC Armadillo, auditorium costruito tra il 1997 e il 2002 sulle sponde del fiume Clyde. Deve il suo soprannome alla somiglianza della struttura con quella dell'omonimo animale. Oggi è considerato il simbolo della Glasgow moderna.
Ho battuto la città in lungo e in largo e i miei piedi chiedono pietà! Sulla strada del ritorno verso l’hotel, cerco un pub dove cenare. Domani sarà l’ultimo giorno di vacanza, uffa!

DAY 12

Sveglia tardi, colazione lenta e più abbondante del solito: bisogna godersi l'ultimo giorno di vacanza, no?!
Dalla stazione centrale di Glasgow (a due passi dall’albergo), partono ogni mezz'ora i treni per Edimburgo (25£). Prendo il primo utile e, verso l'ora di pranzo, arrivo nuovamente nel capoluogo. Trascorro il pomeriggio facendo un po' di shopping su Princess Street e salendo sulla ruota panoramica allestita nei giardini. Torno bambina mangiando pop-corn e zucchero filato e stupendomi ancora per l'imponenza del castello che veglia sulla città. 

Stazione centrale di Glasgow
Foto di L. Frabotta


Domani il volo della KML parte nel primo pomeriggio: ritorno con i paesaggi, i castelli e le cattedrali della verde Scozia nel cuore!

TIP
•Per organizzare il viaggio, conoscere gli orari e i giorni di chiusura di castelli, musei e siti, ho consultato visit scotland: fatelo anche voi se non volete avere brutte sorprese!

•È un viaggio assolutamente da fare on the road: solo così si potranno assaporare le meraviglie paesaggistiche e artistiche che questa terra, in parte ancora selvaggia, ha da offrire. Il mio consiglio è di partire o con il proprio partner (come ho fatto io), con un amico o da soli: in più di tre ci si potrebbe trovare in difficoltà, visto che i tempi sono abbastanza serrati, le tappe stancanti e si presentano, spesso e volentieri, situazioni in cui lo spirito di adattamento e l'intesa sono fondamentali!

4 commenti:

  1. Bellissimi scatti. Paesaggi fiabeschi.
    Una Scozia insolita rispetto a quella da me visitata.

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    1. Sono contenta di aver mostrato una Scozia diversa rispetto a quella dei classici itinerari: è un viaggio a cui sono molto legata.

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  2. Bellissimo itinerario! Sono stata a gennaio in Scozia solo per un weekend lungi quindi ho visto solo Edimburgo e una giornata alle Highlands a Glencoe e me ne sono innamorata. L'isola di Skye deve essere una meraviglia

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  3. Grazie, è stato un viaggio molto desiderato e sognato, ecco perchè ho organizzato un itinerario nei minimi dettagli! Come avrai visto anche tu durante il tuo week-end, la Scozia ha tanto da offrire; ti auguro di poter andare presto sull'isola di Skye che, sì, è proprio bellissima!

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