PONTORMO INEDITO, A ROMA UNA MOSTRA DEI SUOI DISEGNI

Si intitola “Di mano di Jacopo da Puntorme” la mostra all’Istituto Centrale per la Grafica che espone per la prima volta i 47 disegni dell’artista fiorentino appartenenti al fondo dello stesso istituto.

TIP: ad eccezione di un disegno acquistato dal Gabinetto Nazionale delle Stampe nel 1913, tutti gli altri provengono dalla prestigiosa collezione Corsini, un tempo a Palazzo Corsini alla Lungara (oggi Galleria Corsini).

La mostra all'Istituto Centrale per la Grafica
foto di Martina

Jacopo Carucci (1494-1556), meglio noto come Pontormo dal suo luogo di nascita (in provincia di Empoli), fu uno dei maggiori esponenti del Manierismo: la sua fama non teme il confronto con il maestro Andrea del Sarto, con il rivale Vasari o con Bronzino, il ritrattista della corte medicea.

Cresciuto a Firenze frequentando il Giardino di San Marco (pensato da Lorenzo il Magnifico come luogo di formazione per i giovani artisti), Pontormo divenne pittore molto apprezzato dalla corte medicea ma che, nel corso dei secoli, fu al centro di alterne fortune.

La grande rivalutazione e celebrazione dell’artista culmina con questa mostra che rende finalmente accessibile il Fondo Corsini dell’Istituto Centrale per la Grafica.

L’occasione è veramente unica perché ci permette di entrare in contatto con l’attività più intima dell’artista: da qui il titolo "Di mano di lacopo da Puntorme" che non lascia equivoci sull'autografia di quanto visibile. 

I fogli sono quasi tutti bifaccia e possono essere, finalmente, ammirati e confrontati tra loro. Il tratto di questo tormentato artista, dalla creatività a volte sofferta, ora è avviluppato, ora è disteso e parallelo, proprio a dare voce ai suoi sentimenti. A partire dall’analisi dei disegni, si è potuta ricostruire l’esatta sequenza dei fogli preparatori della Pala Pucci, realizzata nel 1518 per la cappella del gonfaloniere Pucci nella chiesa di San Michele in Visdomini, tanto celebrata da Vasari.

Disegno preparatorio per la Pala Pucci
foto di Martina

Nel corpus dei disegni esposti, il mezzo grafico più largamente usato è la pietra rossa o sanguigna, ossia un'argilla contenente ossidi di ferro che, a seconda delle proporzioni, ne determina l’intensità del colore. I disegni sono quasi tutti eseguiti su carta preparata dalla tonalità rosata, sulla quale i tratti a sanguigna risultano più o meno vigorosi. Nei fogli esposti è presente anche la pietra nera, seppur in misura minore, spesso in combinazione proprio con la sanguigna o con le “lumeggiature a gesso”.

È un’occasione da non perdere per poter scoprire il momento creativo di un pittore che ha segnato profondamente la sua epoca e che, tuttavia, è poco conosciuto al grande pubblico.


VADEMECUM

A cura di Mario Scalini, Alessandro Cecchi e Giorgio Marini.

Dal 15.12.2021 al 20.03.2022

Istituto Centrale per la Grafica

Biglietti: intero 11€ - ridotto 2€

1 commento:

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