Orvieto

Roma ha la fortuna di avere ottimi collegamenti ferroviari con le principali città del centro Italia. Ecco perché il 2 Giugno sono saltata sul treno regionale diretto ad Orvieto (per gli orari consultare trenitalia), cittadina in provincia di Terni, scrigno di tesori artistici. 
Con circa due ore sono comodamente arrivata ad Orvieto Scalo; all'edicola della stazione ho comprato il biglietto andata e ritorno della funicolare (2,6€) che arriva a piazza Cahen, a ridosso del centro storico e che si prende proprio di fronte alla stazione. 

Il centro storico di Orvieto è situato in cima ad uno sperone tufaceo, in posizione molto suggestiva. Nel costo del biglietto è compresa anche una corsa in autobus, entro i 90 minuti, che porta direttamente al Duomo. Io e il mio fidanzato decidiamo, tuttavia, di girare a piedi, visto che le distanze non sono abissali! All'uscita della funivia, sulla destra, poco più avanti, si trova uno dei monumenti per cui è nota Orvieto: il Pozzo di San Patrizio, esempio unico di audacia ingegneristica e decoro architettonico (biglietto 5€).

Pozzo di San Patrizio
Foto di Martina

Costruito da Antonio da Sangallo il Giovane nel XVI secolo per raggiungere una fonte sottostante la rupe di Orvieto, il pozzo è profondo più di 50 metri, con due scalinate a spirale, illuminate da finestroni sovrapposti. Le scale sono costituite da 248 bassi scalini e permettevano la discesa e risalita di centinaia di muli carichi di otri d'acqua, senza che si intralciassero durante il percorso. La profondità del pozzo richiamava alla memoria la discesa negli Inferi, il Purgatorio di San Patrizio, caverna sita in Irlanda che, secondo una leggenda medievale, immetteva nell'aldilá. Con il tempo si è aggiunto un altro significato, legato alla profondità del luogo: infatti "essere come il pozzo di San Patrizio" vuol dire disporre di inesauribili ricchezze.


Dal Pozzo, si prende Corso Cavour, strada che porta direttamente in centro. Qui non servono cartine: basta guardarsi intorno, esplorare le viuzze disseminate di balconcini pieni di fiori, entrare nelle chiesette che si aprono lungo il percorso, dare una sbirciatina ai negozietti di souvenir e di prodotti tipici, fino ad entrare nella piazza dominata dal Duomo, mirabile esempio architettonico tardo medievale.

Facciata del Duomo
Foto di Martina

La costruzione inizió nel 1290 e si protrasse per oltre tre secoli. La splendida facciata è opera di Lorenzo Maitani, in stile gotico italiano, sulla quale si ammirano decorazioni che vanno dal XVI al XX secolo, tra cui bassorilievi, mosaici, il rosone centrale e tre porte bronzee. L'interno è a croce latina, a tre navate, scandite da colonne cilindriche a fasce alternate di travertino e alabastro. Degne di nota le due cappelle, la cappella di San Brizio, con il Giudizio Universale di Luca Signorelli (da mozzare il fiato) e la cappella del Corporale (costo del biglietto 4€). 



Interno del Duomo, navata centrale
Foto di Martina







Affacciata sulla piazza, all'angolo con via del Duomo, svetta la Torre di San Maurizio, legata ai lavori del Duomo. Infatti, la statua bronzea, ancora funzionante, che batte le ore percuotendo una campana con il martello, indicava le ore di muriccio (da cui deriva Maurizio), cioè le ore lavorative del cantiere.

Tutto questo camminare e visitare ha aperto il mio stomaco: lungo via del Duomo si affollano localini per mangiare, ma uno ha attratto la mia attenzione: L'Oste del Re. Locale molto accogliente, dall'arredo caratteristico e con piatti tipici, ideale per una sosta ristoratrice!

Tappato il buco allo stomaco, zaino in spalla, mi dirigo verso la chiesa di San Domenico, eretta a partire dal 1233, tra le prime costruite dall'ordine domenicano. Di quella che era un'imponente costruzione a tre navate, oggi rimangono solo parte del transetto e della zona absidale perché venne demolita intorno al 1932 per costruire l'accademia femminile di educazione fisica. Qui è esposta la cattedra lignea dove San Tommaso, durante il suo soggiorno orvietano (1263/1264), tenne lezioni di teologia: devo dire che la vista mi ha lasciato senza parole! Altra opera eccezionale qui conservata, è il monumento funebre dedicato a Guglielmo de Braye, di Arnolfo di Cambio. Lo troverete ampiamente illustrato in tavole esplicative che pongono l'accento sulla genesi del monumento e sui risultati dei restauri eseguiti nel corso del Novecento.

Dopo questa doverosa deviazione, concludiamo la giornata orvietana in piazza della Repubblica, da sempre cuore civico della città, poiché, probabilmente, qui sorgeva anche il foro di età etrusco-romana. Prima che venisse costruito il Duomo, questa era anche il fulcro della vita religiosa, per la presenza della Collegiata di S.Andrea, sede vescovile. Alla fine del XII secolo, l'impianto urbanistico viene a creare un crocevia di strade che ha come fulcro la piazza, sulla quale si affacciano i palazzi più rappresentativi del potere civile ed ecclesiastico. Tutt'oggi il Munucipio ha sede qui, nell'antico Palazzo Comunale.

A pomeriggio inoltrato, riprendiamo corso Cavour per arrivare alla funicolare e raggiungere la stazione. Un'ottimo modo per trascorrere una giornata di festa!

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