MOLISE, UNA FUGA TRA CASTELLI E NATURA

Carpinone, Roccamandolfi e Castel Petroso

Insomma, pare che non solo il Molise esista (e resista), ma che, addirittura, sia un'interessantissima regione da visitare, ricca di natura, cultura e buon cibo!
 
Ero con amici a Vasto e abbiamo deciso di passare una domenica diversa, alla ricerca di nuovi posti da visitare; la scelta è ricaduta su Carpinone, un piccolo paese in provincia di Isernia, riscoperto dal turismo naturalistico proprio nell'estate 2020, l'estate caratterizzata dalla ricerca di percorsi all'aria aperta, poco valorizzati e sconosciuti ai più.

Attraverso la Trignina (Strada Statale 650), immersi in paesaggi particolarmente affascinanti in autunno, raggiungiamo di buon ora Carpinone, parcheggiamo in paese e da lì, dopo aver scambiato qualche parola con i classici signori davanti al bar, scopriamo che ci sono due tipi di percorsi possibili: uno di trekking urbano  e uno naturalistico. Ovviamente li faremo entrambi!


Il borgo di Carpinone visto dal castello
Foto di Arianna

Iniziamo dal percorso di trekking urbano che si svolge negli incantevoli vicoli del centro storico medievale; salendo, salendo, arriviamo prima alla chiesa Chiesa di Maria Santissima Assunta e poi al Castello dei Caldora, infine alla chiesa di Santa Maria del Loreto. 
Per arrivare da un punto di interesse all'altro è un piacere perdersi nelle stradine e riscoprire l'antica cittadella fortificata intorno al castello. Il borgo, infatti, ha una caratteristica particolare: è cinto da un doppio giro di mura, il primo intorno al castello e agli edifici più antichi, il secondo che abbraccia il paese più moderno. 

Terminata la prima rampa di scale che, dalla piazza principale porta al borgo arroccatto, ci troviamo davanti la chiesa di Santa Maria Assunta, fondata nel Duecento, come la torre campanaria che svetta al suo fianco, poi fortemente modificata nel Settecento, soprattutto nella facciata esterna e nell'impianto interno.
 
Proseguendo nelle vie del borgo, incontriamo la Chiesa di Santa Maria di Loreto, eretta nel 1610 su un sito di culto preesistente; è un'architettura a navata unica, in fondo alla quale vi è l'altare maggiore, sormontato da una scultura della Vergine. Il soffitto intagliato è di colore turchino e le pareti  dorate. 

Il Castello di Carpinone
Foto di Arianna


Seguendo le torri e le imponenti mura merlate arriviamo al castello, costruito probabilmente nell'XI secolo, che presenta in pianta un pentagono irregolare, delimitato da 5 torri (di cui solo 3 superstiti) e svetta proprio sopra il burrone che affaccia sul fiume Carpino; dall'epoca della sua costruzione fino alla fine del XIII secolo, l'edificio fu sempre ampliato e dotato di fortificazioni. Fu, poi, distrutto e ricostruito più volte, per tornare al suo antico splendore nel XV secolo per volere di Giacomo Caldora, famiglia della quale conserva il nome. Nel 1954 il notaio Valente, uno degli ultimi proprietari, fece ricostruire l'intero piano nobile ed il secondo piano, adattandoli alle nuove esigenze abitative.
Oggi il castello, privato ed in vendita, versa, purtroppo, in un triste stato di abbandono. Se siete fortunati a trovare tutte le porte aperte, potete visitare il giardino cinto dalle imponenti mura e il cortile interno, sul quale si affacciano quelle che una volta erano le stalle, le prigioni, gli ambienti di servizio e gli ingressi ai piani nobili. 

Le Cascate
Foto di Arianna


Terminata la visita del castello, torniamo in piazza perché è ora di avventurarci alla ricerca delle cascate!
 
Il sentiero parte proprio dal paese e ci sono numerosi cartelli (ma se proprio non ne trovate, potete chiedere a chiunque incontriate!). Superata la parte all'interno del  paese, iniziamo il percorso vero e proprio nel bosco, che è un po' scosceso e scivoloso; raggiungiamo, poi, un pianoro, dal quale abbiamo visto il fiume Carpino e, da quel punto in poi, il sentiero si fa un po' più ripido e, a tratti, poco battuto. Dopo non molta strada, arriviamo alle cascate (diciamo una mezz'oretta circa di cammino totale, per il quale vi consiglio un abbigliamento adatto). 
Dopo aver ammirato l'ennesimo spettacolo della natura ed esserci riposati un po', siamo tornati indietro: l'ora del pranzo è vicina! 

Abbiamo prenotato in anticipo in una trattoria tipica, non molto distante e con possibilità di tavoli all'aria aperta. Il Laghetto si trova in località Santa Maria del Molise e ci rifocilla con un tripudio di antipasti!
 
Felici e sazi ci dirigiamo verso Roccamandolfi alla ricerca del Ponte Tibetano e del Castello Longobardo.

Il Ponte Tibetano di Roccamandolfi
Foto di Arianna


Dopo un breve tratto di strada (e un cospicuo numero di curve), arriviamo ai piedi del sentiero che porta al Ponte Tibetano. Sia la strada in auto che quella a piedi è ricca di indicazioni e cartelli: non potrete sbagliare! 

Parcheggiamo la macchina e ci avviamo sul sentiero ben segnalato, ma abbastanza scosceso, e dopo poco vediamo subito l'incredibile ponte sospeso, un tutt'uno con la natura circostante, un capolavoro di ingegneria e carpenteria metallica sospeso su di un paesaggio roccioso, caratterizzato dal canyon scavato dal fiume Callora.
Ovviamente lo abbiamo attraversato, ci siamo fatti un po' di foto e ci siamo goduti lo spettacolo intorno a noi, ma mi sento di sconsigliarlo a chi soffre di vertigini!

Il castello di Roccamandolfi
foto di Martina

Tornati rapidamente indietro, ci avviamo al castello prima che faccia buio. Riprendiamo il sentiero e ci dirigiamo in alto, visto che il maniero domina la vallata dalla cima della montagna (anche in questo caso il percorso è breve ma intenso!). È un vero e proprio castello fortificato, del quale rimangono soprattutto ruderi, ma visitarlo è comunque emozionante per l'incredibile vista che si gode! 

Il Santuario di Castelpetroso
Foto di Arianna


Rientrando, abbiamo notato nell'oscurità un'incredibile chiesa dalle fattezze tipicamente gotiche: il Santuario di Maria Santissima Addolorata di Castelpetroso. Incuriositi, siamo usciti dalla statale per visitarlo, sono pochi minuti di strada, anzi di curve!

Progettato in stile neogotico da Francesco Gualandi di Bologna, il santuario è un inno a Maria e al Molise. Interamente scolpito in pietra locale, la costruzione fu iniziata nel 1890 e consacrata nel 1975.
L'interno è abbastanza semplice, colpiscono lo sguardo la scultura sull'altare maggiore ed i mosaici che rappresentano i santi più venerati in Molise, gli Evangelisti e i Profeti.
Essendo un Santuario, gli orari di visita sono molto ampi ma se doveste trovarlo chiuso per qualche motivo, non disperate, vi posso assicurare che lo spettacolo vero è la vista dell'architettura all'esterno e lo splendido paesaggio che si può godere dal piazzale antistante il Santuario stesso.

Stanchi ma felici, facciamo rientro a casa, ragionando sulla nostra prossima tappa molisana! 

Se vi siete persi i precedenti itinerari su e giù per il Molise:


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