VITORCHIANO, DELIZIOSO BORGO DELLA TUSCIA

Una passeggiata nel Medioevo

Se programmate un bel week-end nella Tuscia Viterbese o se state semplicemente pensando a dove poter trascorrere una giornata fuori dal caos romano, il borgo di Vitorchiano è ciò che fa per voi. 

Perché? 

Presto detto: un perfetto connubio di arte e buon cibo!

TIP: il paese, a 10 km da Viterbo, è facilmente raggiungibile da Roma sia con i mezzi pubblici (treno FL3 Roma-Viterbo), che con la macchina (96 km).

Vitorchiano, uno dei Borghi più Belli d’Italia, si trova ai piedi dei Monti Cimini, immerso nel paesaggio boschivo di querce e castagni della Valle del Vezza, solcato da innumerevoli ruscelli; abbarbicato su una rupe di peperino a 285 metri s.l.m, è delimitato da grossi burroni che confluiscono nel vicino torrente Acqua Fredda. 

Vitorchiano, uno dei Borghi più Belli d'Italia
foto di Martina


La prima cosa che salta agli occhi una volta raggiunto il borgo è il tipico colore grigio del peperino, la pietra locale con cui sono state realizzate le case, i palazzi, le chiese e le mura duecentesche, di cui si è conservata ancora oggi la parte sud. Interrotte da torri e torrioni, orlate da merli, barbacani e feritoie, vi si apre Porta Romana, unico ingresso al centro medievale del paese. Se date un’occhiata allo stemma sopra la chiave di volta, leggerete a chiare lettere SPQR. Ma come è possibile? 

Facciamo un passo indietro: di origine etrusca, divenne un castrum con la conquista romana, per poi trasformarsi in un centro urbano durante il Medioevo. Legata per secoli alla vicina Viterbo, si volle affrancare da questo dominio legandosi proprio alla città di Roma. Divenendole fedele, Roma riconobbe Vitorchiano come “Terra fedelissima all’Urbe”, consentendole di fregiarsi della sigla SPQR.

Varcando la porta d’accesso all’antico borgo medievale, ci troviamo in un groviglio di vicoli e piazzette suggestive, tanto da aver colpito negli anni Sessanta il regista Mario Monicelli che lo scelse come set per il film L’Armata Brancaleone.

TIP: anche Bruno Corbucci ambientò qui, nel 1972, Il prode Anselmo e il suo scudiero.

I profferli
foto di Martina



Passeggiando tra le strette strade non vi sfuggirà una caratteristica di molte case, ossia delle scale esterne, sostenute da un arco a sesto ribassato, che portano ad un balcone dal quale si accede all’abitazione: i cosiddetti profferli, tipico elemento medievale; pensate che c’è una via dove tutte le case ne sono dotate!

Appena oltrepassata Porta Romana, si incontra la Chiesa della SS Trinità, risalente al XIV secolo, realizzata in peperino con un bel rosone sulla facciata. Piazza Umberto I è il punto d’incontro tra il borgo vecchio e la città nuova, dove si concentra la maggior parte dei monumenti: l’ex chiesa di S. Giovanni Battista, risalente al XVI secolo, la Casa del Podestà, il Palazzo Comunale e la splendida Fontana a Fuso del XII secolo, di fattura viterbese, che deve il suo nome alla sua particolare forma. Alzando lo sguardo non vi sfuggiranno i 16 metri della Torre dell’Orologio, eretta originariamente a difesa del castello. Proprio qui un belvedere consente di osservare lo sperone tufaceo su cui si erge Vitorchiano: impressionante!

La Fontana a Fuso
foto di Martina



La chiesa più antica del borgo è dedicata a Santa Maria Assunta e risale al XIII secolo; situata nel cuore del paese, la facciata principale è decorata da un enorme rosone centrale. Al suo interno è conservato un antichissimo Crocifisso del 1529. 

La cosa migliore da fare per scoprire l’essenza di un borgo è camminare senza un itinerario ben preciso, lasciandosi trasportare dai vicoli stessi, è così che si hanno le sorprese migliori! Proprio in questo modo ho scoperto la Casa di Santa Rosa, l’abitazione nella quale la santa bambina visse nel 1250, esiliata dalla sua città, Viterbo, perché in contrasto con il dilagante malcostume dei governanti.

TIP: la Santa compí qui alcuni miracoli, tra cui quello di uscire illesa nel corpo e nelle vesti da un muro di fuoco; a memoria di questi eventi prodigiosi, gli abitanti di Vitorchiano le eressero un altare nella chiesa principale.

Non c’è scampagnata che si rispetti senza un buon pranzo e, allora, eccovi accontentati! Appena al di fuori delle mura antiche, La Lanterna è il locale perfetto per concludere la giornata. L’ampia vetrata nella sala principale offre una bella vista sul giardino e sulle mura cittadine. I piatti sono a base dei prodotti tipici della Tuscia, soprattutto funghi e castagne: assolutamente consigliati i taglioni ai funghi porcini e quelli al cinghiale e pistacchi!

Il Moai di Vitorchiano
foto di Martina



TIP: sapete che a Vitorchiano c’è un Moai, la scultura sacra tipica dell’Isola di Pasqua? Avete letto proprio bene! Poco fuori dal centro storico si erge il monolite in peperino, scolpito con asce manuali e pietre taglienti da undici indigeni provenienti dall’isola di Rapa Nui, in Cile. Questo è l’unico esempio di Moai al di fuori dell’Isola di Pasqua. Da qui, poi, potrete godere di uno dei più bei panorami su Vitorchiano.

Fatemi sapere nei commenti se le vostre aspettative sono state ripagate!

 

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