PER GIOCO

In mostra la collezione di giocattoli antichi della Sovrintendenza Capitolina

Dite la verità: in ognuno di noi è rimasto un frammento dei bambini che eravamo e, ogni tanto, la nostra anima fanciullesca riaffiora, non importa quanti anni abbiamo!

La mostraPer gioco”, al Museo di Roma Palazzo Braschi, celebra i giochi dell’infanzia e ci fa fare un piacevole tuffo nel passato.

Sono oltre 700 i giochi antichi esposti nelle 22 sale del museo, appartenenti alla Collezione Capitolina, suddivisi per aree tematiche. Il nucleo principale degli esemplari esposti abbraccia l’arco di tempo che va dal 1860 al 1930, considerato “l’età d’oro” dei giocattoli. Il percorso espositivo sottolinea lo stretto legame tra i giochi e gli oggetti d’uso comune, tra la fantasia e la vita reale perché “bisogna perdersi per ritrovarsi e immaginare per divertirsi”.
I sei nuclei tematici del percorso comprendono una molteplicità di oggetti ludici che vanno dagli aerei alle navi, dai castelli agli edifici rurali, dalle automobili ai treni, alle case delle bambole, alle bambole stesse, dagli oggetti del circo e del luna park ai quadri, ai libri, ai giochi didattici, e chi più ne ha più ne metta!

Alcune delle bambole in mostra
Foto di Martina
Il visitatore è subito catapultato nel mondo del gioco con una serie di case delle bambole, in gran parte di fabbricazione svedese; più che di case in miniatura, inizialmente si trattava di credenze con elementi divisori interni. La cosiddetta “Casa della Regina” è considerata il più antico esempio di casa delle bambole in Scandinavia: realizzato nel 1686 per la figlia del re Karl XI, il lussuoso manufatto raffigura un unico ambiente, la cucina! Dagli inizi del Novecento le fabbriche iniziarono a realizzare manufatti a prezzi molto contenuti e dotati di ogni tipo di accessorio, addirittura della luce elettrica! Altro nucleo importante è costituito dalle bambole di cui fanno parte due esemplari unici, due figure peruviane di epoca preincaica, realizzate tra il XIV e il XV secolo in stoffa imbottita colorata con pigmenti naturali; raffigurano una giovane donna e una mamma con un bambino e, probabilmente, erano dei reperti tombali.

TIP: nelle civiltà antiche ciò che definiamo “bambola” non ebbe quasi mai la funzione di giocattolo, quanto piuttosto implicazioni magiche, rituali o di culto.

L'aquilone in mostra
Foto di Martina
La mostra è anche un’occasione per approfondire la storia di alcuni giocattoli. È esposto, infatti, un esemplare di aquilone pieghevole, cucito in seta tra il 1870 e il 1890, raffigurante un rapace ad ali spiegate, che ci porta indietro nel tempo, all’invenzione dell’aquilone stesso. Nonostante non ci siano prove storiche certe, è comunemente riconosciuto che sia stato inventato in Cina circa 2800 anni fa, dove era impiegato per misurazioni di vario genere. Dalla Cina l’aquilone si è diffuso in India dove ha dato vita alla famosa tradizione dei combattimenti aerei. Giunto in Europa, dopo l’iniziale curiosità destata è stato impiegato nella meteorologia, nella fotografia e in ambito aeronautico.

Il viaggio nell’infanzia termina con un video di animazione in cui i giocattoli esposti prendono vita in un mondo in miniatura, sullo sfondo delle città immerse nelle loro attività quotidiane.


La mostra è un ottimo modo per trascorrere un paio d’ore di spensieratezza, nel mondo dei giocattoli d’altri tempi.

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