GLI OBELISCHI: FASCINO EGIZIO A ROMA

Avete notato quanti obelischi ci sono a Roma? È la città che ne conserva il maggior numero al mondo dopo l’Egitto: ce ne sono in tutto 13.

TIP: è in seguito alla conquista del territorio egiziano da parte di Ottaviano Augusto che in tutto l’Impero Romano nacque l’immenso interesse per le tradizioni, gli usi e i costumi di questo popolo.
 
L'obelisco di piazza della Rotonda
Foto di L. Frabotta
In Egitto venivano eretti in onore del dio Sole per ottenere la sua forza e accentuare il legame diretto tra il faraone e il dio, mentre gli antichi romani usarono questi obelischi come simbolo della grandezza dell’Impero e del suo potere.
Dei 13 monoliti di granito, solo sette sono sicuramente di fattura egizia, trasportati a Roma tra il 10 a.C. e il 357 d.C.; qui se ne fecero diversi usi: i più piccoli vennero allineati all’uso egizio, lungo il viale di accesso all’Iseo Campense, nel Campo Marzio, mentre i più grandi decorarono la spina dei circhi (come il Circo Massimo e il Circo Vaticano) e l’ingresso del Mausoleo di Augusto.

L'obelisco Flaminio
Foto di L. Frabotta
Passeggiando per la città non sarà difficile notarli: il più antico è l’obelisco Lateranense (XV secolo a.C.), posto di fronte alla basilica di San Giovanni in Laterano; il Flaminio, quello di piazza della Rotonda e di Villa Celimontana risalgono al XIII secolo a.C., mentre i più “recenti” sono quelli di Montecitorio (VI secolo a.C.) e di piazza della Minerva (VI secolo a.C.).

TIP: l’obelisco Flaminio venne collocato da Augusto nel Circo Massimo; trasportato nella vasta piazza da cui prende il nome per volere di Sisto V, nel 1823 fu ornato da Valadier da una base con quattro vasche circolari e altrettanti leoni in stile egizio. L’obelisco di Montecitorio, invece, fu usato da Augusto come gnomone dell’orologio solare in Campo Marzio; crollato nel IX secolo, Pio VI lo fece recuperare e ripristinò la sua originaria funzione ponendolo in piazza Montecitorio, dove apposite selci segnavano le ore.
 
L'obelisco della Fontana dei Quattro Fiumi
Foto di L. Frabotta
Ci sono, poi, le imitazioni romane di età imperiale: l’obelisco Sallustiano di Trinità dei Monti, quello sulla fontana dei Quattro Fiumi a piazza Navona, l’obelisco del Pincio, dell’Esquilino, il monolito sulla fontana di Monte Cavallo al Quirinale e l’obelisco Vaticano.

TIP: per volere di Pio VI, nel 1786 la fontana di piazza del Quirinale venne adornata con l’obelisco proveniente dal mausoleo di Augusto.

È nel periodo rinascimentale che iniziò il recupero degli obelischi crollati e sepolti per convertirli in straordinari elementi di arredo urbano; papa Sisto V tra il 1586 e il 1589 collocò gli obelischi Vaticano, Esquilino, Lateranense ed Flaminio in relazione ai rettifili realizzati nel suo programma urbanistico. In età barocca, le invenzioni ad ornamento degli spazi pubblici divennero molto fantasiose e gli obelischi divennero un elemento imprescindibile, basti pensare alla fontana dei Quattro Fiumi a piazza Navona, al “Pulcin della Minerva” a piazza della Minerva e alla fontana di piazza della Rotonda.

 
Il "Pulcin della Minerva"
Foto di L. Frabotta
TIP: il “Pulcin della Minerva” è un monumento composto da un obelisco egizio ritrovato nel 1665 nell’area dell’Iseo Campense, sostenuto da un elefantino marmoreo realizzato da Bernini; l’obelisco di Ramses II, sempre proveniente dall’Iseo Campense, corona, invece, dal 1711 la fontana di piazza della Rotonda, disegnata da Giacomo della Porta.

Papa Pio VI riprese sia la tradizione sistina degli obelischi come fulcri per gli assi viari, sia quella delle scenografiche sistemazioni barocche al Quirinale, a Trinità dei Monti, a Montecitorio.

In età fascista si ebbe, poi, l’ultima importazione dall’appena conquistata Etiopia: la Stele di Axum (1937), restituita dal governo italiano ai legittimi proprietari in tempi recenti.


La nostra bellissima Roma ci stupisce ad ogni passo!

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